Jaddinedda zoppa zoppa, quantu pinni teni ncoppa?...
Paese dice Rocco cervello come quello gallina.
Paese no buono con Rocco e Rocco no giocare altri bambini.
Rocco tutto giorno giocare galline, parlare galline, chicchi gialli a galline.
Rocco no felice sempre.
Papà cattivo galline amiche Rocco. No uova, papà picchiare Rocco.
E tirare collo galline. Rocco triste e piange.
Ieri pollaio nato pulcino nero nero.
Rocco nascosto paura papà uccide. Pulcino nero strano.
Pulcino nero parlare dentro testa Rocco...
E' il sole cocente di un mezzogiorno aspromontano quello che filtrando
attraverso le tavole del pollaio, con la stessa meticolosa perizia di un raggio laser,
martella allaltezza degli occhi il viso di Don Paolo. Luomo si sveglia e ci
mette un pò a capire che prendere le uova non è più il suo scopo.
Il suo unico scopo adesso è spiegarsi perché si ritrova con i polsi legati ad una
tavolaccia dietro la sua nuca e le gambe legate caviglia contro caviglia.
Ha dolore alla testa. Il dolore di un colpo secco come quello di una vanga.
La sua vista annebbiata si concentra sul coltellaccio che suo figlio Rocco brandisce, poi
le sue pupille rimangono stregate dalla visione di un gallo nerissimo che zampetta a pochi
centimetri dal suo ventre.
Un gallo con due occhi che a fissarli si scorgono le fiamme dellinferno.
Rocco apre la gabbietta e tutte le galline adesso scorrazzano attorno Don Paolo.
Luomo non si capacita.
Mentre qualche gallina gli imbratta i pantaloni di merda, bestemmia, poi quando il figlio
gli incide bruscamente laddome, urla e inizia a pregare ad alta voce.
Rocco gli vuota un sacchetto di chicchi gialli sulla ferita.
E le galline si avventano beccando come avvoltoi.
Chicchi gialli e budella, budella e chicchi gialli.
... e ni teni vintiquattru, una, dui, tri e quattru.