Gianfranco Nerozzi - L'intervista

Gianfranco Nerozzi ha pubblicato svariati racconti su antologie e riviste e i romanzi: "Ultima pelle" come FJ Crawford (Ed. Eden 1991); "Le bocche del buio" (Polistampa 1993); "L’urlo della mosca" (Addictions 1999); "Ogni respiro che fai" (Adn kronos, 2000); "Immagini collaterali" (Addictions 2003). Per la serie di spionaggio Hydra crisis: "L’occhio della tenebra" (Mondadori 2003); "La coda dello scorpione" (Mondadori 2004); "Lo spettro corre nell'acqua" (Mondadori 2007). Ha inoltre scritto un’antologia di racconti: "Prima dell’urlo" (Addictions 2000), il romanzo per bambini "Una notte troppo nera" (Disney libri 2000) e il thriller "Cuori perduti" (Mondadori, vincitore del Premio Tedeschi 2001 per il miglior giallo dell’anno). Ha curato un’antologia di racconti horror di autori italiani: "In Fondo al nero" (Mondadori 2003). Nel 2004 è uscito "Genia" per la Dario Flaccovio editore: l’inizio di una saga horror che è proseguito con "Resurrectum" uscito nel 2005, e che continuerà con altri tre romanzi. L’ultimo suo lavoro è "L’ora blu" (Aliberti 2006), scritto con Andrea Cotti. Con il racconto "Farfalle rosse", ha partecipato alla raccolta "Incubi" (Baldini e Castoldi Delai - 2007). Di prossima uscita "Dita nell’acqua", nell’antologia "Anime nere" (Mondadori 2007).

OPERE PUBBLICATE

1991 - "Ultima pelle" (Ed. Eden)
1993 - "Le bocche del buio" (Polistampa)
1999 - "L’urlo della mosca" (Addictions)
2000 - "Prima dell’urlo" (Addictions)
2000 - "Ogni respiro che fai" (Adn kronos)
2001 - "Cuori perduti" (Mondadori)
2003 - "Immagini collaterali" (Addictions)
2003 - "In Fondo al nero" (Mondadori)
2003 - "Hydra crisis - L’occhio della tenebra" (Mondadori)
2004 - "Hydra crisis - La coda dello scorpione" (Mondadori)
2004 - "Genia" (Dario Flaccovio)
2005 - "Resurrectum" (Dario Flaccovio)
2006 - "L’Ora blu" con Andrea Cotti (Aliberti)
2007 - "Hydra crisis - Lo Spettro corre nell'acqua" (Mondadori)

SITO PERSONALE

www.gianfranconerozziofficial.com

L'INTERVISTA

[S] Scheletri.com fondamentalmente è una comunità web di aspiranti scrittori, tutti sono curiosi di sapere in che modo è riuscito a sfondare nel mondo editoriale.
[GN] Il primo ingrediente della ricetta per farcela: un chilo e mezzo di Passione, di quella genuina con la P maiuscola, di quella fatta in casa... Poi occorre una buona dose di fede in se stessi. Credere fermamente nelle proprie potenzialità e nei discorsi che uno desidera portare avanti. In poche parole occorre avere cose interessanti da dire. E anche l’esigenza di doverlo fare. Poi ci vuole la capacità tecnica, certo, che si deve sempre affinare, così come la padronanza dello stile e della parola e anche dei battiti del cuore... Una volta amalgamati bene tutti questi ingredienti occorre cominciare a darsi da fare. Mettere in forno... Già. Ma cucinare non basta. Perchè ci vuole anche un ristorante che faccia assaggiare i tuoi piatti. Tutto questo per dire che la carriera di scrittore deve basarsi prima di tutto sulla capacità, ma anche con tutta una serie di altre cose meno appassionanti ma necessarie.
La mia carriera è cominciata ufficialmente partecipando a un concorso letterario Il premio Tolkien, nel lontano 89. Da lì l’escalation. Il secondo posto con Cry Fly, con la conoscenza conseguente di illustri personaggi che mi ha poi introdotto nel mondo letterario. Metti a segno un colpo e ne spari un altro. Un passo alla volta, un centro dopo l’altro, si va avanti. Di sicuro le pubbliche relazioni servono molto per riuscire a piazzarsi nel giro. E se non ti introduci, per farcela, resta solo il colpo di fortuna. Che però capita a pochi. Tanto per farla breve: occorre credere nelle cose che si fanno e occorre fare in modo che anche altri ci credano.

 

[S] Si considera uno scrittore di horror o di thriller?
[GN] Mi considero uno scrittore. Il genere deve essere solo un mezzo di locomozione, qualcosa che ti aiuta a compiere un percorso per arrivare in fondo. Il genere horror, soprannaturale, fantastico, è il veicolo che personalmente preferisco, quello che guido meglio e con più passione, perché non ha limiti di velocità e puoi spingere sull’acceleratore al massimo. Mi ritengo fondamentalmente un poeta del brivido, nel senso che voglio suscitare nei lettori emozioni allo stato puro, viscerali e intense il più possibile. E a tutto campo. Forse thriller soprannaturale potrebbe dare bene l’idea di quello che cerco di fare e che farò. Ma mi diverte, come ben sapete, spingermi anche su altri generi, inquinandoli, vedi il serial di Hydra Crisis pubblicato con lo pseudonimo di Jo Lancaster Reno su Segretissimo di Mondadori. In fondo le mie trame sono sempre una mescolanza di svariati generi. Tanto che mi piace definire quello che faccio letteratura degenere, tanti colori messi assieme si annullano a vicenda, no? E alla fine ne resta uno solo, un bianco abbacinante, immortale come l’ultimo highlander rimasto con la testa sulle spalle.

 

[S] Qual è il suo concetto di narrativa horror?
[GN] Mai fine a se stessa. Gli aspetti truculenti devono avere una ragione estetica di esistere. A volte servono, a volte no.

 

[S] In che modo progetta le sue storie?
[GN] Sono loro che progettano me. Le scopro dentro. Ne faccio uso come se fossero droghe, per capire cosa sono loro, cosa sono io. E cerco di condividere il prodotto emozionale che risulta con i lettori nel modo più sincero possibile. Di solito agisco come un investigatore dell’impossibile. Mi guardo attorno con attenzione, e trovo sempre qualcosa di misterioso, interrogativi da soddisfare. Posso inventarmi storie partendo da qualunque cosa. Senza problemi. Pensa che quando mio figlio era piccolo gli raccontavo una favola diversa tutte le sere. Lui mi dava un incipit a caso e io ci costruivo sopra la storia.

 

[S] Quanto i suoi studi hanno influito nella sua carriera di scrittore?
[GN] Tutto serve al mestiere di scrittore. Nel bene e nel male. Esperienze negative, positive, qualunque cosa. Io sono passato attraverso le forme artistiche più disparate: pittura, scultura, musica, arti marziali... e tutto ha contribuito ad aumentare il mio bagaglio creativo. Ma anche gli studi scientifici. La passione per le armi... Per le auto veloci. Per le donne. Per il cinema. E servito moltissimo il mio passato da autore e compositore. Perché in fondo è la vita che serve. La scrittura come la intendo io, è come respirare. Roba che ti fa scorrere il sangue più forte nelle vene. Come in un amplesso. Come in un combattimento, come in una canzone.

 

[S] All’inizio della sua carriera di scrittore ha mai ambito a diventare famoso?
[GN] Diventare famosi è una cosa che ovviamente fa piacere, perché vuole dire avere successo e questo comporta soprattutto un maggior numero di lettori. Poi ci sono le questioni economiche che non fanno schifo. E che possono darti più possibilità sul fronte dell’impegno. Più pubblichi e più guadagni e più scrivi.

 

[S] Ha mai pensato: “la vita dello scrittore non fa per me”?
[GN] No. E’ proprio quello che voglio e che devo fare.

 

[S] Com’è il suo carattere quando sta lavorando a un libro?
[GN] Rabbioso, entusiasta, stremato, contento, triste.

 

[S] Mentre scrive segue un rituale particolare? Allo stesso tavolo? Agli stessi orari?
[GN] No, nessun rituale. Di solito aspetto di essere in ritardo bestia. Così mi metto in condizione di sfidare me stesso per farcela. Allora scrivo anche per diciotto ore di seguito, entro in trance. Faticoso, certo, ma anche così incredibilmente appassionante. Esploro altri universi, dimensioni parallele.

 

[S] Quali sono gli ingredienti giusti per un buon romanzo horror?
[GN] Gli stessi per qualsiasi altro romanzo: avvincente, fascinoso, coinvolgente, intriso di emozione. E con una profondità da esplorare. Ci vuole una bella idea alla base della trama e qualcosa da dire al di là dell’idea stessa.

 

[S] Cosa legge Gianfranco Nerozzi nel tempo libero?
[GN] Tempo libero? Che cos’è?
Purtroppo sono sempre talmente subissato d’impegni e di relative scadenze, che mi ritrovo a leggere solo le cose che mi servono per le trame su cui sto lavorando. Non me lo ricordo quando è stata l’ultima volta che ho letto un libro solo per il gusto di farlo. Non è una bella cosa. Sarebbe molto importante, anche per trovare nuovi stimoli, esplorare gli universi degli altri scrittori. Ma che ci posso fare. Meno di tre ore per notte non posso dormire.

 

[S] Cosa ne pensa del mercato editoriale italiano per ciò che riguarda l’horror e il fantastico?
[GN] Annosa questione. L’horror si dice che vende poco. In realtà tanti romanzi definiti noir, sono a tutti gli effetti degli horror. Un problema del genere non dovrebbero nemmeno esistere. Nel senso che l’unica remora dovrebbe essere relativa ai romanzi brutti, di qualsiasi genere essi siano.

 

[S] Qual è il futuro dell'horror italiano? Siamo destinati a leggere solo autori americani o stranieri?
[GN] Direi proprio di no. A parte il discorso quasi militante che porto avanti io da anni, le cose si stanno davvero muovendo in quel senso. Proprio in questi giorni è uscita un’antologia di autori vari molto bella, dove c’è anche un mio racconto, per Baldini e Castoldi, curata da Raul Montanari. S’intitola "Incubi", nuovo horror italiano, e ci sono autori del calibro di Marcello Fois, Aldo Nove, Gianni Biondillo, Andrea G. Pinketts, Nicoletta Vallorani, che non scrivono solitamente trame orrorifiche. Autori a mezza via come Gianluca Morozzi, Andrea Carraro, Paola Barbato, Vittorio Cartoni, Mauro Boselli. Assieme a veri e propri veterani del genere come Tiziano Sclavi, e a nuove leve dell’horror come Chiara Palazzolo. Presto uscirà un’antologia del genere anche per Mondadori: "Anime nere", curata dal grande Alan D. Altieri. Quindi si potrebbe gridare a buona ragione che: eppur si muove!

 

[S] Non si sente penalizzato nell'essere uno scrittore "horror" in Italia?
[GN] A volte sì. Ma credo fermamente nel discorso che sto portando avanti e quindi procedo a tutta dritta. Anzi: a tutta mancina...

 

[S] Frequenta forum, chat o altri tipi di community internet?
[GN] Mi capita saltuariamente. Scrivo anche una rubrica che s’intitola "Ai confini del Nero" per Thriller Magazine.

 

[S] Che genere di musica ama ascoltare?
[GN] Tutta la musica che mi sembra bella. Non ho preclusioni. Deve essere roba che mi entra nella pancia e nel cuore, non solo nelle orecchie. Così posso spaziare dalla Classica alla Lirica, per arrivare al Metallo più trucido. Tutti i miei libri hanno una colonna sonora. Musiche che mi accompagnano durante la scrittura e che compaiono anche nella trama. Devo sempre scoprire quali melodie e quali ritmi si nascondono nelle mie storie, se no, non riesco a tirarle fuori. Di sicuro è un retaggio del mio passato da musicista. Porto anche avanti degli spettacoli legati ai miei romanzi, performance che sono a metà fra un reading e un concerto, in collaborazione con Lucio Morelli, un cantante pianista di grandissimo talento che scrive canzoni bellissime.

 

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