Eraldo Baldini, nato a Russi (RA) nel 1952, è
uno scrittore italiano.
Ha inziato a dedicarsi alla narrativa dagli inizi degli anni '90, dopo essersi
specializzato in Antropologia culturale ed Etnografia ed avere scritto diversi saggi in
quei campi.
La sua carriera di scrittore inzia nel 1991, quando vince il Mystfest di Cattolica con il
racconto "Re di Carnevale".
Attualmente vive a Porto Fuori (RA).
Oltre ad essere un romanziere affermato in Italia e all'estero, Eraldo Baldini è anche
sceneggiatore, autore teatrale e organizzatore di eventi culturali (Fonte: Wikipedia:
7 gen 07)
Pubblicate da Frassinelli
1998 - Mal'aria
1999 - Faccia di sale
2000 - Gotico rurale
2001 - Terra di nessuno
Pubblicate da Sperling&Kupfer
2001 - Tre mani nel buio
2002 - Bambine
Pubblicate da Einaudi Stile libero
2002 - Medical Thriller
2003 - Bambini, ragni e altri predatori
2004 - Nebbia e cenere
2008 - Quell'estate di sangue e di luna
[S] Scheletri.com fondamentalmente è una comunità web di aspiranti scrittori,
tutti sono curiosi di sapere in che modo è riuscito a sfondare nel mondo editoriale.
[EB] Il mio è stato un percorso lento e progressivo, partito nel 1987 pubblicando una
piccola antologia di racconti per un editore locale; nel 1991 la vittoria al Mystfest di
Cattolica mi ha dato il coraggio di proporre altre mie cose ad editori più importanti, ma
solo nel 1994 ho pubblicato una nuova antologia, sempre per una piccola casa editrice. Nel
1995, col romanzo Bambine, sono arrivato a Theoria, che almeno aveva
distribuzione nazionale e unottima reputazione. Lapprodo alla Frassinelli è
stato del 1997, e quello alla Einaudi del 2000. Come si vede, nessuno
sfondamento repentino, ma tanta pazienza e un po di gavetta.
[S] Si considera uno scrittore horror o thriller?
[EB] Di solito dei miei libri si dice che sono difficilmente inquadrabili entro un genere
preciso, o perlomeno entro un unico genere. Alcuni miei romanzi e racconti si avvicinano
allhorror, altri al thriller, altri al mistery, altri sono lontani da ogni
classificazione... A me piacerebbe essere considerato uno scrittore e basta, non vado
pazzo per le etichette, che rischiano di incasellarti entro un ambito limitativo.
[S] Qual è il suo concetto di narrativa horror?
[EB] Per i motivi espressi nella risposta precedente, forse non sono il più indicato a
rispondere... Però diciamo che la narrativa horror è quella che mette il lettore faccia
a faccia con paure, pericoli, situazioni contro cui luomo è impotente, sovrastato
da una minaccia non semplicemente fisica, ma travalicante il concetto stesso di natura.
Insomma, con lhorror ci si perde nei territori del Male con la M maiuscola, del
Terribile, dello Sconosciuto.
[S] Gran parte delle sue opere hanno unambientazione rurale italiana; a suo
parere è una scelta apprezzata dai lettori?
[EB] Pare di sì. Del resto, per il tipo di storie che racconto, lambientazione che
scelgo è conseguente, quasi obbligata. Mi rifaccio spesso al mondo delle vecchie
leggende, tradizioni, superstizioni, alle paure ancestrali, ecc.: dunque a un contesto
culturale consono alle zone rurali, a un sostrato folklorico, a quanto di atavico ci
portiamo dentro relativamente al rapporto con la natura e la sovranatura. E poi sono nato
e vissuto in campagna, le città non mi piacciono molto e avrei qualche difficoltà a
scriverne.
[S] In che modo progetta le sue storie?
[EB] Di solito le idee mi vengono quando sono da solo, in silenzio e con la mente libera
di scorazzare qua e là. Ad esempio, per me è molto fruttuoso il momento in cui mi metto
a letto in attesa di addormentarmi. Ovviamente il cervello si muove su binari in qualche
modo tracciati: di formazione sono un antropologo culturale, quindi è frequente che
lispirazione provenga dal mondo già citato, quello folklorico, molto ricco di
suggestioni. Dopo la fase ideativa subentra lartigianato, cioè il tempo in cui si
struttura lidea, la si anima di personaggi, di scansioni in capitoli, ecc. Non
faccio quasi mai scalette: lascio che la storia mi maturi in testa, e parto a scrivere
solo quando so che verrà fuori in modo fluente e già ben organizzato.
[S] Quanto i suoi studi hanno influito nella sua carriera di scrittore?
[EB] Abbastanza, direi. Prima di fare narrativa ho pubblicato diversi saggi di
antropologia culturale, attività che non ho mai smesso: lultimo, intitolato
Halloween e scritto insieme a Giuseppe Bellosi, è uscito per Einaudi
nellottobre scorso. Nella fiction ho portato spesso le informazioni, le suggestioni
e le atmosfere che provengono proprio dagli argomenti che mi hanno impegnato e affascinato
come studioso e saggista.
[S] Allinizio della sua carriera di scrittore ha mai ambito a diventare
famoso?
[EB] La metterei in altri termini: ho sperato che sarei riuscito a vivere della mia
attività di scrittura. Al momento in cui ciò si è avverato ho coronato un sogno, ho
realizzato una aspirazione, e mi ritengo quindi molto fortunato.
[S] Ha mai pensato: la vita dello scrittore non fa per me?
[EB] E un pensiero che si affaccia quando lo stress si fa sentire in modo
pesante. Ad esempio quando inizio a scrivere un romanzo e so quale lunga e solitaria
fatica mi attende, o quando le date delle presentazioni si susseguono a ritmi forsennati.
Ma è un pensiero fugace. Lo ripeto, mi ritengo molto fortunato, privilegiato, perché
faccio un mestiere che sognavo e che ritengo bellissimo.
[S] Comè il suo carattere quando sta lavorando a un libro?
[EB] Scrivere è molto faticoso, totalizzante; ci si isola dal mondo reale per
immergersi in quello che la fantasia sta creando e materializzando in parole. Per questo
si rischia di diventare un po strani, quando si è immersi nella stesura
di un romanzo: si pensa a ciò che si sta facendo anche mentre si mangia, si passeggia, si
parla con qualcuno; si sentono insomma tutto il peso e il coinvolgimento di
unattività che è in qualche modo innaturale, perché porta a vivere
una vita e una realtà parallele a quelle quotidiane. Per fortuna la mia compagna ci è
abituata, è paziente, e non si stupisce più nel vedermi, ad esempio, vestito con quello
che capita, barba lunga, che parlo da solo e gesticolo davanti al computer...
[S] Cosa legge Eraldo Baldini nel tempo libero?
[EB] Di tutto, narrativa e saggistica di ogni genere. Ho comunque una passione
speciale per i misteri storici e per le opere narrative ambientate nella provincia più
profonda, non solo italiana: mi affascina il mondo delle piccole comunità, delle realtà
rurali.
[S] Cosa ne pensa del mercato editoriale italiano per ciò che riguarda
lhorror e il fantastico?
[EB] Non è un mercato vivissimo, purtroppo; si sfornano centinaia di gialli, ma una
vera e forte tradizione nostrana dellhorror e del fantastico stenta a raggiungere
standard significativi, perlomeno dal punto di vista quantitativo. Difficile dire il
perché.
[S] Frequenta forum, chat o altri tipi di community internet?
[EB] Normalmente no: non ho il tempo necessario, né la possibilità di arrivare a una
continuità di frequentazioni. Preferisco, quando ho un po di tempo, leggere,
guardare film o fare passeggiate nella natura. Però attraverso il mio sito internet mi
arrivano molte e-mail di lettori, a cui rispondo sempre: una sorta di forum personalizzato
che mi piace molto.
[S] Che genere di musica ama ascoltare?
[EB] Principalmente blues, e poi gli autori e interpreti che hanno accompagnato la mia
adolescenza e giovinezza, cioè quelli degli anni Sessanta e Settanta: una stagione
irripetibile, credo. La colonna sonora della mia vita è ancora fatta di Eric Clapton,
John Mayall, Neil Young, Crosby, Still e Nash, Eagles, ecc. Anzi, secondo me il pezzo più
bello dei tutti i tempi è proprio Hotel California degli Eagles. Per quanto
riguarda gli italiani, dopo la stagione dei cantautori che aveva portato molte cose buone,
a mio avviso adesso si possono apprezzare certi pezzi di Ligabue, di Zucchero... infine,
ebbene sì, ho una certa qual passione per Elisa: grande talento, testi belli e voce
splendida uniti a unincredibile umiltà e sensibilità: doti queste, soprattutto la
prima, che meritano apprezzamento.