Pierina si avvolse nello scialle nero e, dopo essersi guardata attorno, sgattaiolò fuori dalla stalla. Il neonato, un maschietto gracile e dal volto rugoso, aveva smesso di piangere. L’aria era pungente, la nebbia saliva dai campi e formava una cappa opprimente, ma forse era meglio così: nessuno l’avrebbe vista. Avrebbe sbrigato la faccenda in fretta, sarebbe tornata a casa e avrebbe raccontato di aver partorito un bambino già morto, decidendo di seppellirlo subito per non dare un dolore all’amata suocera. Era nato prematuro, il Signore se lo sarebbe preso prima che fosse adulto. Meglio disfarsene prima che crescesse quel tanto che bastava da far notare la somiglianza con il marito di sua cognata. Si fece il segno della croce, e strinse il fagotto al seno.
ANTOLOGIA ALIENA... LA TERRA È SOTTO ATTACCO!
Per secoli, l’umanità ha scrutato il cielo in cerca di risposte, domandandosi se siamo davvero soli nell’universo. “Alieni cattivi” esplora proprio questa dimensione: 20 racconti che ridanno vita a quel timore primordiale, portandolo nel cuore della nostra quotidianità. Ogni storia è un viaggio in un incubo diverso, dove l'invasore non arriva sempre dallo spazio profondo, ma si annida anche tra le pieghe della realtà che conosciamo. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi arricchiti con 20 illustrazioni.
Da bambina le avevano detto che nel pozzo c’era finito più di un neonato non voluto, bimbi con il labbro leporino, o gli ultimi di una figliata numerosa. Sparivano, inghiottiti dal buio di quel pozzo profondo, e venivano divorati dalla strega che vi dimorava da sempre. Scosse la testa, quella era una leggenda che si sentiva al filò, non c’era nessuna strega ad attendere i pargoli laggiù. Non c’era nulla, solo le tenebre. Arrivata di fronte al pozzo, lo fissò, provando a scorgere il fondo. Il bambino ricominciò a piangere. Stava per gettarlo giù, gli occhi stretti per non vedere, per illudersi che fosse un sogno, quando udì un sussurro a pochi centimetri dal timpano.
«È mio...»
Pierina si voltò di scatto. Una donna pallida, dai lunghi capelli neri, incrostati di fango e foglie, la fissava con occhi privi di iridi e pupille. Prima che potesse urlare, questa scattò in avanti, le strappò il neonato dalle braccia e la gettò nel buco. Si sentì l’eco del collo spezzato. La strega, ora madre, fuggì nella nebbia.
Michela Mosca è nata a Padova il 12 Luglio 1996. Dopo il diploma al liceo delle scienze umane, si laurea con il massimo dei voti in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Ferrara e in Strategie di Comunicazione all’Università degli Studi di Padova. Vince per due anni di seguito il Wattys Award, nella categoria Horror (2020) e nella categoria New Adult (2021).
Da sempre appassionata di scrittura, si ispira soprattutto ai propri incubi notturni per le proprie storie. Pubblica sia come autrice indipendente che con la casa editrice Nua Edizioni.
Vive a Pettorazza Grimani, nella provincia di Rovigo, una cittadina di campagna che vanta notti nebbiose anche in piena estate.
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