La cornice

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2021 - edizione 20

«Lasciamo la tua foto alla nonna e veniamo via. Aspettami qui tranquilla, solo cinque minuti...»
Raggomitolata sulla poltrona, rabbrividendo di paura, nascondevo la testa tra le ginocchia per non guardare i funerei mobili scuri, nascondigli di mostri malefici, per non sentire i tarli che banchettavano nei legni antichi.
Su un tavolinetto mia nonna teneva vecchie fotografie scolorite dei suoi cari defunti. Davanti a ognuna era accesa una candela. Nel buio sepolcrale della stanza, quelle fiammelle creavano ombre tremolanti che si allungavano spaventose, vedevo le sagome nelle foto contorcersi e uscire dalle cornici. Erano tutti intorno a me, orrendi con i loro vestiti antichi, i visi color seppia, le ombre nere intorno agli occhi spenti. Fantasmi che, strisciando lungo le pareti, invadevano ogni angolo: giovani, vecchi, bambini con gli sguardi cattivi. Mi odiavano perché io ero viva e loro no. Quelle mani rapaci volevano trascinarmi dentro le cornici: sarei sbiadita piano piano, trasformata in un fantasma senza pace.
«Avrai una candela, la tua razione di preghiere e lacrime. - biascicavano arrochiti, storcendo le bocche in osceni sorrisi - Resterai per sempre con noi.»
Due mani mi strinsero sollevandomi dalla poltrona. Urlai inorridita: mi avevano preso!

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Per secoli, l’umanità ha scrutato il cielo in cerca di risposte, domandandosi se siamo davvero soli nell’universo. “Alieni cattivi” esplora proprio questa dimensione: 20 racconti che ridanno vita a quel timore primordiale, portandolo nel cuore della nostra quotidianità. Ogni storia è un viaggio in un incubo diverso, dove l'invasore non arriva sempre dallo spazio profondo, ma si annida anche tra le pieghe della realtà che conosciamo. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi arricchiti con 20 illustrazioni.

Scalciavo, lottavo per liberarmi. Poi crollai stremata, irrigidita come fossi di legno, bagnata dall’urina che mi scorreva tra le gambe.
«Tranquilla, sono la mamma. Sono qui, amore mio.»
«Scappiamo, la nonna è una strega! Ridammi la foto, tu! Non mi metterai insieme agli altri!»
La vecchiaccia la stringeva al cuore, sembrava addolorata ma, quando me la porse riluttante, gli occhi dardeggiavano odio. Sembravano dirmi: “Questa volta mi sei scappata, carognetta. Ma non è finita qui… Manchi solo tu alla mia collezione.”
Andammo via in fretta e non notai, poggiata sul tavolo della cucina, una bellissima cornice d’argento pronta a ricevere me: la sua futura, sventurata ospite.

Ughetta Aleandri



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