Cosa ci è successo?

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2020 - edizione 19

Annusai l’aria. Per colpa di quel tanfo non riuscivo a prendere sonno. Mi accorsi, solo qualche giorno dopo, ad essere io a puzzare come una carogna. Diedi la colpa ai medicinali che prendevo ma a dirla tutta non mi sentivo molto bene in quel periodo.
Quando una mattina allo specchio vidi una grossa macchia nera sul fianco, la paranoia si fece largo nella mia testa.
Il tempo passava e il livido, lentamente, si allargava, mostrando pallide sfumature. Le mascelle si serravano come tagliole, lo stomaco rigettava qualsiasi cibo trasformandolo in una sostanza bianca e gelatinosa. Avevo paura a chiamare il dottore e vivevo nella speranza che tutto questo passasse, finché l’inverno non piombò sul mio corpo.
Scosso dai brividi, una notte sentii qualcosa sdraiarsi accanto a me, nel letto. La paura fu troppa e caddi sul pavimento, ma quando accesi la luce ero solo nella stanza.
Il giorno dopo decisi che una boccata di aria fresca mi avrebbe sicuramente fatto bene. Buttai le pastiglie nella pattumiera appena uscito dal palazzo. Al diavolo il medico!
Rimasi stupito di quanto le strade fossero desolate. In queste grandi arterie non scorreva più sangue. In città ero rimasto solo io.

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Vagavo senza meta sul palmo di una mano di cemento, tra le ombra di dita cosparse di terra e vermi.
Improvvisamente una ragazza mi tagliò la strada correndo velocemente dalla parte opposta alla mia. Non la vidi in faccia ma il suo profumo mi fece immediatamente innamorare di lei. Le corsi dietro.
Mi stava aspettando girato l’angolo.
La saliva gocciolava corrodendo qualcosa dentro di me. Lei mi guardava con la bocca spalancata, ma dire che mi guardasse non era del tutto corretto perché di occhi non ne aveva.
Esplorando quelle tenebrose cavità che mi inghiottivano, capii. Lei era come me.
E io ero... cosa?

Alessandro Agrosi

Sono nato nel 1991 in provincia di Torino. Non sono mai stato un gran lettore e mai mi sarebbe venuto in mentre di scrivere. Per gioco misi giù qualche riga e le feci leggere a qualcuno di cui mi fidavo. La sua risposta? “Scrivi!”. Va bene. Ora mi diverto a scrivere e mi immergo in libri e fumetti.



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