Haute couture

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2020 - edizione 19

Si era svegliata avvolta in un lenzuolo candido e ricamato. Qualcuno aveva aperto il coperchio della bara e lei uscì fuori con un salto agile da ballerina. Annusò le braccia bianche e mollicce: l’odore era ancora sopportabile. Si drappeggiò il lenzuolo in un’elegante tunica e ritornò nel mondo. Con occhi infossati, truccati pesantemente di nero, sguardo vacuo, seno risucchiato tra le costole, guance scarnite, zigomi sporgenti, con una magrezza estrema, ma così elegante, diventò la musa di numerosi stilisti e influencer seguitissima da molte ragazze.
Non si poteva definire bella, ma possedeva un forte magnetismo e il fascino dark dovuto alle occhiaie profonde, alle ossa coperte da un velo di pelle giallognola, alle labbra disfatte che sembravano plasmate dalle mani di un abile chirurgo. La voce, roca e profonda, emergeva da profondità abissali. Aveva rimediato ai danni inesorabili della morte coprendo il cranio nudo con folte parrucche, mascherando il tanfo con deodoranti e profumi penetranti, riattaccando brandelli di carne con colle miracolose e intonacandoli con quintali di cipria e fondotinta. Con questi accorgimenti, riusciva a conquistare schiere di ammiratori. Era diventata la top model del momento: raffinata, fragile, evanescente. Su di lei i vestiti perdevano consistenza, trascendevano la materia: sublimavano.

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ANTOLOGIA ALIENA... LA TERRA È SOTTO ATTACCO!
Per secoli, l’umanità ha scrutato il cielo in cerca di risposte, domandandosi se siamo davvero soli nell’universo. “Alieni cattivi” esplora proprio questa dimensione: 20 racconti che ridanno vita a quel timore primordiale, portandolo nel cuore della nostra quotidianità. Ogni storia è un viaggio in un incubo diverso, dove l'invasore non arriva sempre dallo spazio profondo, ma si annida anche tra le pieghe della realtà che conosciamo. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi arricchiti con 20 illustrazioni.

Finché, a una sfilata parigina, mentre avanzava sulla passerella, con quel passo esitante e un po’ robotico che la distingueva, protendendo le braccia verso il pubblico, si bloccò. A uno a uno i suoi legamenti cedettero, le ossa caddero tintinnando sulla pedana, veli di pelle svolazzarono sul pubblico in prima fila, una pozzetta di liquami puzzolenti ammorbò l’aria. Il vestito, rimasto senza sostegno, ondeggiò incerto e planò pietoso su quei miseri resti.
Il pubblico, sbalordito e ignaro, applaudì frenetico a quello che credeva un effetto speciale, così originale e innovativo. Fu una sfilata memorabile, un finale irrepetibile: un vero successo.

Ughetta Aleandri



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