Buio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2020 - edizione 19

Buio, caldo asfissiante. Prova a mettersi seduto ma sbatte la testa contro qualcosa. Si tocca la fronte dolorante per poi portare piano le mani sopra di lui e capire su cosa abbia sbattuto.
Sente qualcosa di morbido. Con cautela affonda le mani e spinge fino a toccare qualcosa di rigido dopo pochi centimetri. Fa correre le mani in tutte le direzioni e, quando arrivano ai lati, toccano degli angoli per poi scorrere verso il basso di fianco a lui. Ci mette poco a capire di essere chiuso in qualcosa. Sembra una bara, si dice.
Il caldo è sempre più opprimente. Per quanto si concentri non riesce a ricordare nulla. Non ricorda il suo nome e, ancora peggio, meno il suo volto. Il terrore inizia a insinuarsi.
Trema. Spinge con le braccia. Vuole liberarsi e punta le ginocchia per far pressione sul coperchio. Forse è solo una sensazione ma ha l’impressione che davanti a lui il coperchio si stia allentando.
Un’altra pausa per rifiatare poi ricomincia a spingere con ginocchia e braccia. Inizia a chiedere aiuto tra un urlo per gli sforzi e l’altro. Spinge sempre più forte. Il cuore batte a mille. Davanti a lui il coperchio inizia ad arrendersi.

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Per secoli, l’umanità ha scrutato il cielo in cerca di risposte, domandandosi se siamo davvero soli nell’universo. “Alieni cattivi” esplora proprio questa dimensione: 20 racconti che ridanno vita a quel timore primordiale, portandolo nel cuore della nostra quotidianità. Ogni storia è un viaggio in un incubo diverso, dove l'invasore non arriva sempre dallo spazio profondo, ma si annida anche tra le pieghe della realtà che conosciamo. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi arricchiti con 20 illustrazioni.

Ancora una pausa poi ricomincia a spingere con più forza. Ci mette tutto sé stesso e questa volta sente chiaramente che il coperchio sta cedendo. Lo vede anche; una luce inizia a filtrare alla sua sinistra per tutta la lunghezza del corpo. Si ferma per riprendere forza e con un ultimo improvviso colpo di braccia e gambe spalanca la cassa con un grido.
Sua moglie nella bara a fianco è già sveglia da qualche minuto: «Possibile che tutte le volte che vai a bere sangue di zombie con gli amici ti rincoglionisci tanto da dimenticare di essere un vampiro? Eccheccazzo!»

Emiliano Maiolo



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