Crepe

2° classificato al concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2019 - edizione 18

«Mamma, c’è una crepa nel muro».
«Dove?»
«Lì».
Marta accende la luce e infila gli occhiali. Strizza gli occhi, esamina il muro.
«Non la vedo. Dove?»
«Lì!» Di nuovo il ditino di Emma indica il cielo. La donna alza gli occhi, la bocca appena aperta.
«È una scusa per non dormire? Su, EmmaBella, domani c’è scuola». Accende la lanterna magica, un bacio sulla fronte e Emma resta sola. Il muro della cameretta si puntella di stelline e, con la coperta fin sul naso, Emma studia la crepa. Da essa non può uscire niente di brutto, dato che la mamma neanche l’ha vista.
La sera dopo, la crepa è più lunga. Punta verso di lei come il dito di un morto. Eppure durante il giorno era andata via. È una cosa che viene soltanto la notte.
«Mamma, lì» ci riprova timida.
Ma la mamma sbuffa. «Ancora ‘sta storia? Non c’è niente, lì. Quand’è che cresci?»
EmmaBella fa il magone. La vede davvero, la crepa, ma se la mamma dice che non c’è, allora non c’è. La luce si spegne ma la spaccatura rimane. Emma immagina i fiorellini, nascosti dentro. Per non pensare alle cose brutte.

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Passano i giorni e Emma smette di parlarne. Se fingo di non vederla magari va via, si ripete. Ma la crepa non scompare. Anzi, diventa sempre più lunga, più vicina. Ogni giorno sparisce e ogni notte ritorna. Avanza, fino a quando non arriva a una spanna dal letto.
Quella notte, appena la mamma esce dalla cameretta, Emma infila la testa sotto il piumone. Fa un caldo boia ma non importa. Attraverso le coperte sente il muro scricchiolare, spaccarsi.
Poi qualcuno si siede sul suo letto.
Emma vorrebbe gridare ma non lo fa.
Perché se la mamma dice che non c’è, allora vuol dire che non c’è.

Andrea Costantini



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