Senza fiato

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2018 - edizione 17

Credo di aver capito. Si tratta del tempo. Noi non crediamo più nel tempo. Lo vediamo, e nient’altro. Forse... il respiro. Il respiro è la cosa più vicina al tempo. Rifletti, Giada... oggi ti sei alzata. Doccia, colazione, vestiti. Corsa, lavoro. Lui era fuori dal portone, in strada. Tra voi, nella folla da marciapiede. Ha iniziato a muoversi sul cemento tenendosi a dieci metri da me. Un abisso denso, un’immane distanza, in questa città. Non camminava... scivolava, nel caos dell’alba, avvolto in quella palandrana istoriata tanto bizzarra da risultare banale. Il solito picchiatello, ho pensato. Un anziano come tanti, un pensionato eccentrico costretto a stare in strada per la durata delle pulizie domestiche. Solo attorno alle nove, quando ero già nel mio negozio, ho compreso che quella figura che andava su e giù, a pochi centimetri dalla vetrina, inesorabile, non aveva piedi. In pausa pranzo sono uscita a mangiare. Mi ha seguita. Sei metri esatti. Di ritorno dal bar, erano cinque.

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Per secoli, l’umanità ha scrutato il cielo in cerca di risposte, domandandosi se siamo davvero soli nell’universo. “Alieni cattivi” esplora proprio questa dimensione: 20 racconti che ridanno vita a quel timore primordiale, portandolo nel cuore della nostra quotidianità. Ogni storia è un viaggio in un incubo diverso, dove l'invasore non arriva sempre dallo spazio profondo, ma si annida anche tra le pieghe della realtà che conosciamo. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi arricchiti con 20 illustrazioni.

Non emette suoni. Sorride; la bocca larga, contratta, dura. Gli occhi sono fessure esotiche. Ho iniziato a preoccuparmi, ma la strada ed il negozio erano piene di persone... cosa doveva succedere! Alle sette ho chiuso bottega. Lui mi aspettava. Negli occhi, un pulsare di luce grigia. Ho affrettato il passo; senza fatica, lui si teneva a tre metri da me. Ho chiesto aiuto ai passanti. A voi. Mi avete guardata come se fossi pazza. L’anziano non faceva nulla di male, mi ha detto un tizio. Davanti alla porta di casa, ho visto i suoi denti. Da due metri. Marci, tanto da sembrare aguzzi. Ipnotici, nella loro impudicizia. Adesso sono nel mio letto. Immobile. Posso sentire il suo alito caldo, a questa distanza. Sorride. Ora provo a non respirare: forse se ne andrà.

Mauro Falchetti

Nato a Roma nel 1977, è psicologo clinico. Ha studiato sceneggiatura presso la scuola romana dei fumetti. Ha vinto diversi concorsi di poesia e pubblcato in varie antologie.Un suo racconto è presente nell'antologia del "premio letteraturahorror.it 2018". Esordisce come sceneggiatore ad ottobre 2018 con la storia "Ex Machina" sul numero 9 di "Mostri" (Bugs Comics).



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