Nessuno diede adito ai segni o ci fece caso. Erano mesi che essi si palesavano ovunque ma neanche i più alti prelati ci badarono. Solo un uomo, un ex prete scomunicato recentemente da Papa Benedetto XX, scorse in cielo ed in terra quei terribili presagi.
“Il Sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore e gli astri si metteranno a cadere dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte”. (Vangelo di Marco, 13, 24-25). L’ex padre Bernard chiuse il sacro libro e guardò attraverso la finestra il cielo che, ormai da mesi, era perennemente velato da una nebbia scura, pesante, opprimente.
Un mese prima, esattamente sabato 30 novembre, in un lontano Paese della Russia, un meteorite squarciò il cielo durante una notte tempestosa e si infranse nel fiume di Tunguska. “Non è un caso” si disse Bernard. Infatti, già il 30 giugno del 1908, a seguito di un esplosione o di un impatto di un meteorite, la località vicino al fiume Tunguska Pietrosa fu devastata e, circa 70 milioni di alberi su una superficie di 2150 km quadrati, furono distrutti e letteralmente piegati su loro stessi. Lo stesso giorno, ma nel mese di novembre del 2020, un altro meteorite colpì proprio quella località. Niente di strano se non che non fu mai trovato né il meteorite né il cratere. Come nel 1908 ci fu solo un'onda d’urto enorme che spazzò via nuovamente milioni e milioni di alberi, case, strade, animali ecc...
“un segno”, pensò l’ex prete portandosi una mano sulla fronte per detergersi il sudore. Padre Bernard, proprio in quei drammatici giorni, scrisse una lettera a Papa Benedetto XX riportando le sacre scritture “[..]Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele [..]; [..] Pregate perché la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato. Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall’inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe [..](Vangelo di Matteo, 24, 15-22). Padre Bernard descrisse al Santo Padre la catastrofe indicandone i segni premonitori e l’arrivo della Bestia ma, non solo non fu mai ascoltato, fu preso di mira da tutti gli alti Prelati e dai media tanto da costringere Papa Benedetto XX a scomunicarlo.
ANTOLOGIA ALIENA... LA TERRA È SOTTO ATTACCO!
Per secoli, l’umanità ha scrutato il cielo in cerca di risposte, domandandosi se siamo davvero soli nell’universo. “Alieni cattivi” esplora proprio questa dimensione: 20 racconti che ridanno vita a quel timore primordiale, portandolo nel cuore della nostra quotidianità. Ogni storia è un viaggio in un incubo diverso, dove l'invasore non arriva sempre dallo spazio profondo, ma si annida anche tra le pieghe della realtà che conosciamo. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi arricchiti con 20 illustrazioni.
Erano le 23,30 quando nel Pub Diana, a 50 km da Tunguska, vi fece il suo ingresso Aalina, studentessa di biologia di 25 anni. Aveva appuntamento con Gorislav, un affascinante ragazzo di medicina, più grande di lei di 3 anni, conosciuto tramite Tinder. Non lo aveva mai incontrato prima di persona, si erano limitati ad uno scambio di foto e discorsi spinti su WhatsApp. Aalina si guardò intorno eccitata ma al contempo intimorita dall’imminente incontro. Stava per ordinare un drink quando il suo telefono squillò. Era Gorislav su WhatsApp. Il messaggio riportava: “Scusa stella, sono in ritardo di 5min, possiamo vederci all’ingresso posteriore del Diana? Ho 1 sorpresa per te...”. Scocciata per quel ritardo, Aalina decise in un primo momento di ignorare il messaggio e di andarsene ma, curiosa di conoscere finalmente quel bell’esemplare di maschio Siberiano, gli rispose e si portò verso l’uscita posteriore del Pub.
L’aria all’esterno era gelida. Per essere il due di dicembre, era caduta già parecchia neve ed il termometro segnava -17 gradi. Aalina si strinse ulteriormente il giaccone e guardò in entrambe le direzioni cercando con lo sguardo il ragazzo di medicina. “Maledetto te, Gorislav!” Rimunginò tra sé e sé l’aspirante biologa quando arrivò un altro messaggio sul telefono. “Vieni alla fine della strada sulla tua destra, ho qui un pacco regalo per te, non riesco più a trascinarlo con questa neve!!”.
“Cosa diavolo ci sarà in quel regalo?” Pensò Aalina, ridacchiando come una ragazzina innamorata, mentre si allontanava dalla sicurezza del Pub. Scivolò un paio di volte sulla strada ghiacciata prima di arrivare alla fine di Drobekta, la via che poi si biforcava in due sensi unici, uno a sinistra ed uno a destra.
- Gorislav, sei qui? - squittì eccitata Aalina, tremando dal freddo. Nessuna risposta. Solo il vento gelido che le scompigliava i capelli e le arrossava ulteriormente le gote già infreddolite da quel clima glaciale. Stava per andarsene quando intravide davanti a sé, tra i fiocchi di neve che avevano ripreso a scendere, una figura alta, muscolosa, con un grosso pacchetto giallo in mano. - Finalmente! Ce ne hai messo di tempo - urlò con finto rimprovero la ragazza. Visto che Gorislav non si muoveva, Aalina decise di andare verso di lui ma, in quel momento, sentì una mano afferrarle il braccio sinistro. Paralizzata dalla paura la ragazza non riuscì neanche a gridare. La mano, che stringeva con una forza inaudita, le alzò di scatto il braccio sinistro verso l’alto. Aalina sentì solo il rumore di stoffa che viene lacerata da lame affilate all’altezza del cuore ed un caldo strano, visto i -17 gradi di quella notte, scorrerle lungo il fianco sinistro, poi tutto si fece nero.
***
- Padre Bernard è qui? Apra la porta per favore! Sono padre Antonio - tuonò una voce trafelata da dietro l’uscio. L’ex prete, chiuso ormai da settimane dentro casa, fece finta di niente e tornò a rileggere le Sacre Scritture. - Lo so che è in casa padre Bernard, sono giorni che la osservo! La prego, mi faccia entrare, è urgente. Ancora quella voce che, sembrava non voler mollare la presa. Ad un tratto, da sotto la porta, sbucò un foglio stropicciato. - Per favore, Bernard, la guardi per un secondo! - urlò padre Antonio da dietro la porta ingiallita dal tempo e dall’incuria di Bernard. L’ex prete scomunicato guardò accigliato la porta e, spazientito, decise di alzarsi e prendere quel dannato foglio. Lo aprì e, con grande sorpresa, vi trovò la sua lettera scritta mesi prima al Santo Padre. Rilesse alcuni passaggi sorpreso di rivedere la sua scrittura “[..]Poi suonò la tromba il secondo angelo, e qualcosa simile a una grande montagna di fuoco ardente fu gettata nel mare [..]; Poiché le stelle del cielo e le loro costellazioni non faranno più brillare la loro luce. Il Sole si oscurerà al suo sorgere e la Luna non diffonderà più la sua luce [..]; la prego Santo Padre, i segni sono ormai evidenti, la fine è vicina, la Bestia si è già palesata, io ne sono testimone [..]” . Io ne sono testimone, ricordò amaramente a se stesso l’uomo. Incuriosito Bernard guardò dallo spioncino ed intravide, distorto dalla lente, un uomo di colore, con capelli brizzolati con indosso l’abito talare. - Cosa vuole da me, “padre” Antonio? - distorse volutamente la parola “padre” con astio, non essendone per niente sicuro che quell’uomo fosse davvero un prete. - Padre Bernard, mi faccia entrare, la supplico! Ancora quella voce fastidiosa che grattava la mente dell’uomo scomunicato. Bernard si fece coraggio ed aprì la porta a quella strana presenza che, senza dire più niente, si precipitò all’interno del piccolo appartamento maleodorante. L’ex prete richiuse lentamente la porta dietro di se e si girò a guardare incuriosito quell’uomo che recava con se la sua missiva, data di persona a Papa Benedetto XX. Antonio scrutò per qualche secondo, in silenzio, l’appartamento e poi prese la Sacra Bibbia appoggiata vicino al davanzale. Era aperta al Capitolo dell’Apocalisse di Giovanni. Bernard decise che era troppo quell’intromissione nella sua vita privata e tolse, in maniera sgarbata, dalle mani di padre Antonio la Bibbia e l’appoggiò sul tavolo. - Mi dica “padre” Antonio, cosa è venuto a fare qui? Perché ha con sé la mia lettera? - e, l’uomo che una volta era il braccio destro di Papa Benedetto XX, indicò il foglio stropicciato che portava ancora nella mano destra. Antonio si sedette sulla sedia che un attimo prima era occupata da Bernard e guardò l’ex prete con aria disperata. - So cosa ha visto padre Bernard. Io ero la! - il “prete” ruppe il silenzio facendo gelare il sangue a Bernard con quelle parole: “io ero la!”. - Non sono più padre, sono solo Bernard ora - rispose sedendosi a sua volta di fronte a quell’uomo intriso di mistero. I due si guardarono per qualche secondo in silenzio poi Bernard riprese a parlare - Lei non sa niente. Di cosa sta parlando? Per chi lavora?. Padre Antonio si mosse nervosamente sulla sedia poi rispose agitato - Anche io come lei, padre Bernard, lavoro per “Il Santo Sigillo”. A quelle parole Bernard si alzò di scatto e si guardò preoccupato alle spalle. La porta era ancora chiusa a chiave. - Non si preoccupi Bernard, sono solo. Lavoro solo - esclamò padre Antonio, quasi avesse letto i pensieri, ora più tumultuosi che mai, di Bernard e poi riprese - ho visto come lei la Bestia palesarsi in Siberia e non solo. Ho visto con i miei occhi quelle creature demoniache. Il sangue si sta propagando. Ormai sono arrivati anche qui, a Roma.
***
I preti del Santo Sigillo, chiamati anche Cavalieri del Santo Sigillo, custodivano dal 1942, insieme ai militari di tutto il Mondo, i codici della armi nucleari sparse per tutto il Pianeta Terra. Infatti, dal 1908, con il primo “impatto” del meteorite in Siberia, erano state avvistate quelle Creature demoniache e, da allora, tutti i Capi di Stato avevano deciso di creare questo gruppo di Cavalieri, custodi del “sigillo”. La paura diffusa dai più grandi scienziati, generali, biologi, astrofisici dell’epoca riguardava infatti la possibilità che queste creature cercassero di eliminare i codici delle bombe atomiche, unica arma in grado di fermarle. Da allora, vari preti facenti parte del Santo Sigillo, diedero battaglia a questo Male, diffusosi in tutto il Pianeta Terra all’ombra della vita quotidiana che, continuava a scorrere senza sospettare nulla.
Bernard, sempre più preoccupato, si rivolse a padre Antonio con voce quasi tremante - padre Antonio, mi dica che il Santo Padre è al sicuro! L’uomo brizzolato non riuscì a sostenere lo sguardo dell’ex braccio destro di Papa Benedetto XX e rispose quasi piangendo - Il Santo Padre è sparito questa notte dalla sua camera in Vaticano. Come ben saprà, è proprio Lui il depositario del Sigillo, la card con i codici di auto-distruzione degli ordigni atomici di Tutto il Mondo. Bernard cercò con la mano la sedia dove si accasciò pesantemente. Prese distrattamente il telecomando della TV e accese a caso su di un canale. Stava quasi per mettersi a pregare, assorto da terribili pensieri quando l’edizione speciale del telegiornale irruppe nella sala urlando alla catastrofe. I due uomini presi dal panico guardarono I titoli di quell’edizione straordinaria: “PAPA BENEDETTO XX E’ DECEDUTO QUESTA NOTTE”; “DOPO LA MORTE DI PAPA BENEDETTO XX CI SONO SEGNALAZIONI DI ATTACCHI DI ALIENI IN TUTTE LE CITTA’ DEL MONDO”..., i due preti incrociarono lo sguardo poi, ad un tratto, sentirono uno schianto alle loro spalle. La porta di casa di Bernard esplose in mille schegge e dal buio del corridoio emerse una creatura alta due metri, verdastra, con la testa ovoidale, grossi occhi rossi, il naso incavato quasi come fosse un teschio umano senza più pelle, muscoli, tendini, vasi sanguini a ricoprire il tutto. La bocca era una sottilissima linea rossa dalla quale sbucavano grossi denti aguzzi simili a quelli dei Piranha, imbrattati di sangue. La Bestia fece un balzo verso Antonio il quale, preso dal panico, non mosse un muscolo. La creatura squarciò la gola del prete con i suoi lunghi artigli e azzannò letteralmente la giugulare del prete, bevendone avidamente la linfa vitale. Un colpo assordante esplose nella sala. Bernard colpì alla schiena l’alieno con la sua Beretta Standard. Il colpo sembrò non sortire nessuno effetto su quella bestia tanto che si girò, ruggì qualcosa che, alle orecchie di Bernard quei suoni sembrarono bestemmie, poi l’alieno si avventò anche su l’ex prete aprendogli il petto con i grossi artigli e schizzando di sangue le pareti. Tutto era perduto. Il Sigillo era stato distrutto.
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