Loro

Una volta i miei incubi erano fatti di ombre, zanne e artigli. Ora invece sogno i fantasmi del mio passato. Essi vivono nella mia mente. Fanno cose normali come preparare il pranzo, salutare qualcuno, lavorare... Non sanno di non esserci più, sanno solo quello che hanno sempre saputo di te, della tua famiglia, dei tuoi amici.

Così capita di svegliarsi nel cuore della notte, il sonno rubato però non ritorna più indietro.
Ma quello che mi spaventa non è l'ignoto, né il mistero di questo fenomeno; non è nemmeno la pazzia, né quel sentimento controverso che mi spinge a scrivere queste righe. Ciò che mi spaventa davvero è di non aver fatto abbastanza per loro, quando erano ancora in vita.

Li vedo perché riesco ad immaginarli: sono tristi e stanchi, annientati dalla routine, e parlano anche... del tuo presente.
Sono le 3 del mattino. Una volta bastava un'ombra per trasalire, un tonfo e la fantasia graffiante tipica di un bambino. Adesso però non si scherza più. La luce resta accesa a lungo, arriva il giorno, ma il ricordo di quelle figure permane, insieme a quel dispiacere di non aver fatto mai abbastanza per farli riposare in pace.

Carlo-Maria Negri