Aldo procedeva lentamente per la via con la sua macchina nuova. Nel buio della notte le prostitute si riunivano a gruppetti di due o tre sotto i lampioni attirando i clienti con spettacolini hard che lo fecero sorridere. La prima parte del viale era riservato alle minorenni, che lui sfiorò appena con lo sguardo. Quelle ragazzine gli facevano una pena infinita: niente sensi di colpa, con loro ne avrebbe avuti molti. Superò le albanesi, le rumene, le brasiliane, per soffermarsi nel lato più buio del viale: dalle nere. Sorrise compiaciuto davanti a quelle curve generose e a quelle bocche che spiccavano vermiglie sulle loro facce lucide. Non riflette’ molto, perché la sua erezione stava quasi diventando dolorosa, si soffermò sotto un lampione, a caso, e la ragazza salì in macchina. Concordarono il prezzo, scambiarono due parole, poi alla prima stradina appartata Aldo si fermò e le fu subito addosso. Tutto gli piaceva in quella donna: il profumo, il seno abbondante, le natiche possenti e in un’eccitazione esagerata e totale la penetrò con furia quasi animalesca. La donna mugolava di piacere, con gli occhi semichiusi e le labbra accostate, dove un filo di saliva brillava nel buio, copiosa e abbondante come fosse acquolina... Aldo si sentì sprofondare in quell’amplesso sconvolgente, sempre di più, sempre più in profondità, quando un lampo di dolore accecante lo fece urlare all’improvviso. Fece per ritrarsi ma era prigioniero tra le gambe di quella donna, mentre qualcosa lo stava mordendo e risucchiando dentro di lei. Il bacino della donna si muoveva frenetico su e giù, mentre improvvisi denti lunghi e ricurvi sbucati dal suo utero alieno stavano macerando quello che rimaneva di Aldo, inghiottendolo a grossi bocconi. Quella che sembrava una donna scese soddisfatta dalla macchina e ruttando, non proprio dalla bocca, sparì nel silenzio della notte.