Linguacce

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2016 - edizione 15

Martina si sta addormentando davanti ai cartoni animati. Gli occhi sono due fessure e il coniglietto le sta scivolando dalle mani. In televisione, Winnie the Pooh in versione detective sta indagando su un caso.
Dai, cazzo, dormi bambina. Pensa Ambra guardando i suoi occhi che non vogliono chiudersi.
Non vede l’ora di metterla a letto. Le stanno sulle palle i bambini, Martina più degli altri. Però le servono soldi e la babysitter è l’unico lavoro decente che è riuscita a trovare.
La piccola, invece di addormentarsi, si mette a sedere. Fissa un punto al di sopra della televisione dove non c’è nulla se non la parete vuota.
Merda, pensa Ambra sbuffando. “Non hai sonno?” chiede ma la bambina non risponde. Anzi, sorride e inizia a fare boccacce al muro.
Ambra si innervosisce e si alza. “Martina, dai”

“Quella ragazza mi prende in giro” risponde la bimba serena.
“Ragazza?” domanda Ambra e le viene la pelle d’oca.
Martina punta un dito verso il muro. “Quella ragazza lì. Ti assomiglia”. E tira fuori la lingua, fa boccacce alla parete. Si mette le mani intorno al collo. Ride.
A volte, i bambini fanno paura.
“C’è una ragazza lì?” bisbiglia Ambra indicando il muro. Le trema la mano.
“Non la vedi? E’ quella appesa per il collo che fa le smorfie” risponde la bambina voltandosi verso la babysitter. “Sì, ti assomiglia proprio tanto”
Ambra si alza, fa un passo indietro ma urta qualcosa. Mentre cerca di voltarsi sente l’aria mancarle nella gola. I piedi si sollevano dal pavimento come se stesse levitando. E’ sospesa nel vuoto e il collo le fa un male cane. Agita i piedi, perde una scarpa. Non respira più.
Prima di svenire, vede Martina che le fa le linguacce.
Intanto Winnie the Pooh balla e canta insieme ai suoi amici.

Andrea Costantini