Andava a correre tutti i giorni. E tutti lo deridevano.
I vecchi scatarravano sul selciato dove passava.
I ragazzini, poi: alcuni gli urlavano “corri, Forrest!”; altri gli tiravano bottiglie.
E lui? Lui correva. Si allenava contro qualcosa, lo percepiva, peggiore degli abitanti di quel paese che annientai.
Un giorno, infatti, i vecchi non ebbero più modo di seminare muco; i giovani non ebbero più tempo per inseminare, se capite cosa intendo.
Ma lui? Lui correva. Saltava voragini che avrei aperto, schivava fulmini appena lanciati, scansava in tempo le grinfie dei dèmoni. Percepiva.
E mi sentii meno... come dite voi? “Onnipotente”.