Bambolina

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2015 - edizione 14

Si è preso tutte le mie bambole.
Pensa di essere salvo.
Ma si sbaglia.
Non sa quanto forti sono i miei poteri.
La nonna me lo diceva sempre: “Tu hai un grande potere bambolina, usalo con saggezza tesoro, solo con le persone cattive.”
Lo zio è cattivo, sarebbe d'accordo anche la nonna, ne sono sicura.
A volte la notte scivola in camera mia barcollando, con l'alito che puzza di alcol, si infila sotto le coperte e mi fa male.
Io provo a respingerlo con tutte le forze, ma finisco sempre per piangere e morire, ogni notte.
Così ho iniziato a usare la magia, come mi ha insegnato nonna.
Prendevo le mie bambole, facevo il rito, e poi con uno spillo lo ferivo, una volta al braccio una alla gamba a volte anche laggiù, dove fa più male.
Questo è bastato a mandarlo via, per un po' almeno.
Poi me le ha nascoste, le bambole.

Le ho cercate ovunque, ma non sono riuscita a trovarle.
Forse le ha distrutte.
Adesso quando entra in camera mia ride, e mi chiama piccola strega stronza.
Ma da stanotte non riderà più.
Mai più.
Non mi servono le mie bambole in fondo.
La mia splendida dolce nonna me lo diceva sempre: “Tu sei la mia splendida bambolina voodoo”.
Così ho preso un coltello dalla cucina, l'ho nascosto sotto il cuscino.
Resterò sveglia e aspetterò, paziente.
Quando vedrò la porta aprirsi farò scivolare la mano sotto la federa, lo stringerò forte.
Avvicinerò la lama alla pelle e comincerò a tagliarmi, piccoli tagliettini alle braccia per cominciare.
Giusto per sentirlo urlare un po'.
Deve soffrire.
Oh sì, deve proprio soffrire.
Quando mi implorerà di smettere avvicinerò la lama alla gola e farò un lungo sorriso rosso, come quello di una bambolina.

Stefano Cherici