L'ultimo pasto

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2015 - edizione 14

Anche se tenessi accese tutte le luci, questa casa sembrerebbe comunque buia, dispersa e silente in mezzo a questo bosco, abbracciata totalmente da un fascio di tenebre all'esterno, dove spiccano solo quel paio di occhi rossi che mi stanno cercando. Con l'orecchio appoggiato alla porta d'ingresso sento le sue narici aprirsi e chiudersi lentamente, me lo immagino mentre sbuffa impaziente di fare il suo spuntino.
Chi se lo sarebbe mai aspettato di morire cosi? Perchè si, sarei morto lo sapevo, porte e finestre non avrebbero retto tutta la notte e nessuno sarebbe mai arrivato ad aiutarmi, sarei morto sbranato da quella specie di lupo dalle sembianze umane.
Cosi decido di apparecchiare la tavola, metto i piatti "buoni" tiro fuori il pollo e le patate dal forno. Ora non mi resta che aspettare, spengo tutte le luci e mi siedo comodamente a tavola, chissà cosa starà pensando, forse che stò cercando di nascondermi o che sono in ginocchio a pregare verso il mio Dio che non ha avuto pietà di me.

Un tonfo, una porta ha ceduto, sento i passi della bestia avvicinarsi lentamente, lei sà dove sono, sente il mio odore. Il mio piatto scintilla, colpa del riflesso di quella maledetta luna, la bestia è li a guardarmi un pò stupita mentre mangio con gusto il mio ultimo pasto, non deve aver mai visto qualcuno comportarsi cosi di fronte alla morte.
La sua perplessità dura poco e si scaglia verso di me mentre appoggio nel piatto l'osso dell'ultimo pezzo di pollo, non mi aspettavo che quella polvere d'argento come condimento fosse cosi gustosa, dava un tocco quasi onirico a quel piatto, illuminante.
Chiudo gli occhi e attendo la mia sorte, mentre la bestia non sà che anche per lei, questo sarà il suo ultimo pasto.

Andrea Varone