Sembravano umani. Certo un qualche mutamento al trapasso avrebbe reso più
semplice usare l’argento, ma sapere era inutile: bastava credere
per trascorrere notti insonni al cimitero a scavare, riportare alla luce bare,
uccidere senza pietà. Sentivo addosso il lezzo di putrefazione, mi accompagnava
quasi fosse diventato una seconda pelle impossibile da eliminare.
Compresi la necessità di dimenticare i morti per sterminare i vivi
che infestavano il mondo. Pianificai di agire alle prime luci dell’alba, proprio
quando si abbandonavano al riposo dei dannati. Imparai a diffidare di tutti,
creando un’apparenza di ordinaria tranquillità che allontanasse ogni sospetto
degli omicidi. Dovevano sembrare opera di un assassino seriale.
Liberare il mondo dai vampiri è un incarico faticoso e richiede sacrifici. Anche
delle persone più care. Mi venne rivelata la vera natura della donna che
frequentavo da qualche tempo: entrato con una copia della chiave, mi avvicinai
per ucciderla nel sonno, coprendole la bocca con la mano per evitare che
gridasse.
Prima che le conficcassi lo stiletto nel cuore, cercò di difendersi mentre
sentivo la mente annebbiarsi alla vista del sangue e continuavo a colpire fino a
restare senza forze. Avevo pronto un cambio d’abito e andai in bagno a lavarmi,
accorgendomi solo allora della ferita all’avambraccio. Era riuscita a mordermi.
Mentre ti scrivo questa lettera, tasto con la lingua i canini e li trovo ancora
normali. Appena avvertirò la trasformazione, non esiterò a fare ciò che mi verrà
chiesto. Lo stiletto assaggerà ancora il mio sangue di iniziato, come capitò
durante la cerimonia di consacrazione. Come accadde a tutti gli altri prima di
me.
Ricevi questa lama d’argento, custodiscila e portala sempre appresso. Reca
incise delle rune che imprigionano lo spirito di un demone: sarà lui stesso a
istruirti sui tuoi doveri. Ascoltalo. Assecondalo. Diventa lo strumento.