Paul sentiva freddo. Cercò di mettersi al caldo come meglio poteva con le coperte ma non era sufficiente. Si girò più volte per mettersi comodo ma invano. Sentì il materasso muoversi al suo fianco; stava svegliando la sua compagna.
Sentì le sue mani sulla schiena, scorrergli lungo la spina dorsale.
Si voltò. E trovò gli occhi spalancati di Eledone.
“Eledone, ho freddo riscaldami.”
Lei sorrise.
Lui si avvicinò e le mise la testa sul petto e l’abbracciò: una mano sul ventre, una dietro le natiche.
La mano di Eledone gli accarezzò i capelli neri e il volto pallido; con l’altra mano le ampie spalle, poi lo strinse in un abbraccio. Lei spinse il suo corpo in avanti finché i loro ventri aderirono, solo allora i suoi pseudopodi si avvilupparono sulle gambe di Paul che era ancora fisicamente umano tranne che per le branchie e la pelle che gli era cresciuta tra le dita delle mani e dei piedi.
Rabbrividendo Paul la baciò sulla bocca.
Le labbra di Eledone erano calde e umide.
Poco prima avevano fatto sesso.
Lo facevano varie volte al giorno.
Eledone lo coprì con cura.
“Buonanotte” disse Paul.
Lei chiuse gli occhi e continuò a suggergli l’umanità dalle labbra.
“Iä! Iä! Cthulhu Fhtagn!” rispose Eledone sorridendo.