La furiosa tempesta si placò e una strana nebbia rossa scese sull'isola. D'improvviso non potei vedere altro che l'alta sagoma del faro di cui insieme a Paul e Philip ero guardiano. Ma loro non c'erano più... perché io li avevo uccisi. Avevano rubato la mia razione di cibo, e così avevo dovuto punirli. Avevo tagliato loro la gola nel sonno, poi ero corso fuori a gridare alla tempesta il mio pentimento.
Alla fine anche la nebbia si dissolse: di fronte a me non rimaneva che la notte tranquilla.
Rientrai nel faro e varcai la soglia della camera da letto, ma... quale sorpresa! Alla luce tremula di una candela non trovai che tre letti perfettamente rifatti e puliti, come se non fossero mai stati usati.
All'improvviso udii una voce, poi un'altra, e tuttavia non vedevo nessuno; nessuno nella buia camera da letto, dalla cui vetrata penetrava solo la notte stellata.
Pensai fossero gli spiriti di Paul e Philip, ma poi mi resi conto che si trattava di due persone diverse, vive. Discutevano di ciò che si trovava sotto i loro occhi, di due corpi crudelmente assassinati nei loro letti e della misteriosa scomparsa del terzo guardiano del faro. A quelle parole crollai al suolo e battei tre vigorosi pugni sul pavimento di legno. I due cessarono di parlare per alcuni attimi, finché uno dei due non chiese all'altro cosa fosse stato quel rumore. Il secondo non rispose: disse solo che il sole era ormai prossimo al tramonto e che era meglio riprendere il battello per la terraferma. Gettai uno sguardo oltre la finestra della camera, al cielo stellato e al mare immobile, e allora capii: non erano i miei compagni ad essere scomparsi, ero io che ero stato inghiottito dalla nebbia; ormai dannato in un limbo dove regna un'eterna notte!
Nato a Vallo della Lucania (SA), il 02.09.1986. Laureato in Giurisprudenza, è appassionato di letteratura e filosofia. Un suo racconto, intitolato "L'estraneo" fa parte di un'antologia lovecraftiana (Le radici del Terrore) pubblicata dall'associazione BreaviAutori.