Ding Dong.
Il campanello? Che mal di testa. Ieri devo aver bevuto troppo.
Mi alzo dal divano. Stropiccio gli occhi e mi sistemo i capelli con una mano. Può bastare per rispondere al campanello la domenica mattina alle... alle otto? Ma stiamo scherzando? Fuori è ancora buio!
Avvicino l'occhio allo spioncino.
Due ragazzi, giovani. Camicia bianca, faccia pallida, pulita e ingenua. Uno zainetto sulle spalle.
«Truffatori. Oppure vogliono convertirmi...» Penso.
Uno dei due suona di nuovo.
Apro stizzito.
«Sì? È domenica mattina, vi sembra il caso di…»
«Buongiorno! Possiamo chiederle qualche minuto per parlarle della vita eterna?» Attacca il primo.
«Lei ha mai desiderato ricevere la vita eterna?» Si aggancia il secondo.
«Accomodatevi, deve far freddo fuori.» Vediamo se mi vogliono come pecorella!
«La ringrazio.» Dice il primo.
«Lei è molto gentile.» Continua il secondo.
«Posso offrirvi qualcosa? Una birra?»
«Non beviamo.» Risponde il primo.
«Non birra, almeno.» Specifica il secondo.
Indico le sedie attorno al tavolo, prendo una lattina dal frigorifero e la apro in maniera ostentata.
«Siete giovani, dovreste godervi la vita, non disturbare la gente per bene.» O me, aggiungo mentalmente. «Non voglio mentirvi. Sono una pessima persona, bevo, bestemmio, fumo, vado a donne.»
«Ne è orgoglioso?» Mi domanda il primo.
«Perché ce lo dice?» Si stupisce il secondo.
«Volete convertirmi, no? Ora tirerete fuori volantini, la retta via for dummies, un corso di Bibbia a fumetti… Quante anime dovete salvare al mese, per far contenti i vostri capi?»
«Lei ha frainteso, signore.» Dice il primo.
«Non abbiamo mai parlato di salvezza.» Annuisce il secondo.
Li guardo con aria perplessa.
«Non siete qui per convertirmi?»
«Come le dicevamo all'ingresso, siamo qui per offrirle la vita eterna.» Sorride il primo.
«E abbiamo una quota da rispettare.» Conclude il secondo, mettendo in mostra i suoi canini affilati.