Lo sfarfallio della lampadina in cucina è alternato a tratti dai lampi.
Odo un boato improvviso che mi fa trasalire, il vento furioso ha spalancato la finestra e ora la pioggia si riversa a fiotti sul pavimento.
«Dannato temporale!» esclamo, ma poi rifletto, le macchie si laveranno via più facilmente.
Riprendo a cenare.
Seduto a tavola c’è il mio vicino di casa, ha il capo chino di lato con gli occhi spalancati e la bocca ha la smorfia triste di Pierrot, forse non apprezza la mia cucina, penso.
Gli sorrido garbatamente mentre mi servo un’altra succosa porzione della sua carne.