ROMA, Gennaio 2000
In una fredda mattinata invernale, Giovanni si alzò per andare a scuola. Solita colazione, un saluto alla nonna e via verso la fermata dell’autobus. Avrebbe incontrato Laura, una ragazza della 2E, capelli scuri e mossi, viso bellissimo e un corpo da urlo. Giovanni salì sul bus e la vide. Portava come al solito le cuffie, sicuramente stava ascoltando i Genesis, un timido saluto e si sedette accanto a lei.“Ciao Giovanni, oggi la mattinata inizia male, ho due ore di matematica, meno male che domani è sabato, forse riesco a smaltirle”.Arrivarono a scuola ed entrarono in classe. Intanto, a circa 35 Km. di distanza, nelle campagne che circondano Roma, scompare una ragazza della scuola, Marisa Rossi, 15enne. La notizia si diffuse in breve tempo e ci fu un momento di sgomento generale. In lacrime Laura abbracciò Giovanni: “Ma cosa ci faceva lì, dobbiamo fare qualcosa, non possiamo restare con le mani in mano!”. Dopo la scuola andarono nel posto dove Marisa fu vista per l’ultima volta. Faceva freddo, un freddo insolito per una città come Roma ed il cielo, fino ad allora terso, diede spazio ad ampi nuvoloni che di lì a poco originarono un violento temporale. Nonostante tutto i due ragazzi continuarono le ricerche. Arrivarono su un sentiero stretto e pieno di rami.
Notarono che erano stati spezzati in modo violento. “Giovanni dammi la mano, ho paura, questo silenzio mi fa venire i brividi” “Tranquilla, vedrai che la troveremo” Arrivarono su una collinetta dove c’era una piccola caverna. A terra, davanti all’ingresso, videro lo zaino di Marisa. “Oddio Marisa, dove sei?” esclamò Laura. Per tutta risposta un urlo agghiacciante, dal suono metallico e demoniaco riecheggiò nell’aria. “E’ lì dentro, ne sono sicuro, dobbiamo entrare” gridò Giovanni.Accesero la torcia elettrica che avevano con loro e si incamminarono verso l’interno della caverna. “Giovanni, cosa era quell’urlo?” “Non lo so, proveniva da laggiù” Fecero qualche passo e trovarono Marisa a terra, priva di sensi. “Portiamola fuori” disse Giovanni. Fece appena in tempo a terminare la frase che un essere mostruoso sbucò dal nulla. Scapparono a gambe levate con il mostro alle calcagna ma una frana, probabilmente provocata dal temporale, si abbattè su quell’essere e lo travolse. Loro si salvarono, riuscirono a portare fuori la loro amica e, grazie ad un automobilista che gli diede un passaggio, la accompagnarono al più vicino ospedale. Decisero di tenere quel segreto per loro... Marisa si riprese ma non ricordava nulla di quello che era successo, neanche il motivo per il quale si era recata in quel posto. Passarono alcuni anni, Giovanni e Laura decisero di sposarsi ed ebbero due figli. Si dimenticarono completamente di quell’avventura ed erano felici. I loro figli, durante una gita scolastica nei dintorni di Roma si inoltrarono nella splendida campagna che circonda la città e...
La storia continua...