“Perhaps this is the saddest story,
it is full of pain and hurt...”
La città brucia. Le strade sono vene marce infettate dal tormento dei morti che camminano. Edna attende nascosta tra i cassonetti dei rifiuti, l’ascia stretta in mano e la determinazione avvelenata dalla paura. Se trattiene ancora un briciolo di speranza, il merito è del maledetto zombie che le sta venendo incontro barcollando.
Due metri. Si tira in piedi e prepara il fendente. La lama affonda nel cranio della creatura. Un occhio schizza dall’orbita e un grumo gelatinoso le centra la scarpa già incrostata di rosso. Ce l’ha fatta. Estrae un fazzoletto dalla tasca e si china sul corpo marcescente, straziato dagli ultimi spasmi di non–vita. Pulisce una porzione di collo divorato dall’infezione, si piega in due e vomita.
Il tempo scorre troppo in fretta. Si chiede se l’ago sarà sufficientemente spesso per risucchiare quel sangue già mezzo coagulato.
Stringe la siringa tremando e la pianta all’altezza della carotide. Aspira liquido denso e scuro. Il suo tesoro.
Duecento metri la separano dal silenzio dell’appartamento.
Corre.
“... because, of all the names and phrases
of this mortal world,
there is only one that I fear
more than any other...”
Chiude la porta d’ingresso e la rinforza con le vecchie assi. Niente guarisce la fatica come la sensazione di essere di nuovo al sicuro.
Dalla camera nessun rumore. In effetti non può che essere così.
Affronta il corridoio con una smorfia di inquietudine sul volto. Pochi minuti e comincerà una nuova vita.
Kilian è nella stessa posizione in cui l’ha lasciato, rannicchiato sull’angolo del letto.
Si avvicina al corpicino divorato dalla malattia e affoga ancora in quella putrida sensazione di impotenza. Gli afferra il braccio con l’ago-cannula e svuota il contenuto della siringa. Troppo tempo è passato dall’ultima volta in cui si sono guardati negli occhi.
Adesso però è tutto finito. Tra poco suo figlio sarà sveglio, strapperà i cavi che lo legano alle macchine e si alzerà in piedi. Si avvicinerà a lei camminando. Tra poco Kilian potrà mangiare.
“... and this most terrifying term
is the one of Mother.” *
*(Something wicked this way comes – Sopor Aeternus & The Ensemble of Shadows)