Il patto

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2014 - edizione 13

Quando aprii gli occhi, la prima cosa che vidi furono le mie mani: sui polsi avevo segni di corde.
Cos’era successo? Mi rendo conto di essere sdraiata, la pioggia batte intensa sul mio corpo.
Avverto un pungente odore di sudore e sangue rappreso. <Ma che cazzo...>. Non riuscivo ad aprire bene le palpebre, mi facevano male. Sollevo la testa dal suolo, vortica. Oddio, dove sono.
Provo ad alzare lo sguardo. Davanti ho una strada asfaltata.
Ad illuminarla, con fare saltuario, ci sono fiochi e smorti lampioncini.
Ai suoi lati, innumerevoli auto distrutte. Un vecchio deposito abbandonato. Cominciavo a capire.
Con fatica, mi reggo in piedi. Noto i miei vestiti luridi e sanguinolenti; la pioggia ne aveva aumentato il lezzo. Un conato, poi sbando. Decido di dirigermi verso un colonnato di lamiere arrugginite per aiutarmi a camminare. Proseguo. So a cosa sto andando incontro, ma nonostante cio’ la paura mi è compagna.
I brividi mi scuotono sia le ossa che l’anima. Sento ringhiare in lontananza. Immagini nitide e veloci cominciano ad attraversami la mente, infrangendo tutti i ricordi felici su cui volevo incentrarmi.

Ma vedevo solo la scatola, l’incrocio, la terra smossa, le mie fotografie.
I cani infernali si avvicinavano rapidamente, pronti a riscuotere il dazio. Scendono calde lacrime.
Vidi poi una surreale casetta bianca, decisamente constrastante con i fulmini rossi e violacei nel cielo ombroso sullo sfondo. Sul porticato attendeva una sagoma, una figura di un nero così denso da poterlo attribuire al colore della morte. Mi sono sempre domandata quale fosse il suo aspetto.
Batteva freneticamente le mani, crogiolandosi fra le stesse risa. Entusiasta.
Il caldo dell’inferno dietro me, urla squarciano l’aria. Gli artigli affondano, lacerandomi la carne.
Il male, divertito, ammira lo spettacolo. Sono sola, faccia a faccia con il mio demone.

Camilla Sacchi

Mi chiamo Camilla Sacchi e abito a Genova. Ho I8 anni e il mio sogno non è portare la pace nel mondo (gli uomini sono ancora troppo egoisti e perciò la trovo impossibile). Posso dire che è da quando sono bambina che mi piace leggere, e che invece adesso amo farlo. Perchè amo evadere da questa realtà. Mi scappa da ridere quando le persone dicono ‘facile come leggere e scrivere’. Tsk, quanto non è vero.