Appena ho visto Luca mi è sembrato chiaro che lei sarebbe stata l'unica speranza per salvarlo. Lei non è mai cambiata, sul suo volto traspare spensieratezza e felicità, trasmette decisione e risolutezza, non ha il minimo dubbio su ciò che deve fare per sopravvivere. Mentre la aspetto mi ritorna in mente l'incontro che ho avuto con lui il giorno precedente.
L'ho visto in un angolo buio, ranicchiati occhi rossi da pianto, sguardo pesante, non riesce a parlare ma con gesti mi intima di stargli lontano. Gli occhi mi cadono sul suo corpo martoriato da piccoli fori in ogni angolo disponibile e raggiungibile della sua pelle, apre la bocca ed emette un rantolo e riesco a intravedere i canini o quel che ne resta, li ha volutamente danneggiati cosicchè non possa far del male a nessuno.
Ho capito, ha ricominciato o più probabilmente non ha mai smesso, è sempre stato un testardo e non riesce nonostante la sua natura a cibarsi di sangue umano, sangue innocente per lui. Si nutriva cacciando qualche ratto, ma soprattutto cercava sacche di sangue: le rubava e poi se le inniettava, sentiva il flusso del sangue in se, l'energia entrargli in circolo: si sentiva bene... Il benessere durava poche ore poi ritornava l'assoluto bisogno di sangue, dipendeva da esso.
E' arrivata Silvia finalmente, si asciuga un rivolo di sangue che scende dalle labbra, ha cenato probabilmente durante il tragitto, ci salutiamo e inizio a spiegargli...
"Silvia lo sai, lo sai che Luca si buca ancora"