I fratelli Massimo e Gregorio Di Donno giunsero al caseggiato di loro proprietà dopo una strana segnalazione. Il locale era abbandonato da anni, qualcuno ne stava usufruendo senza permesso.
Trovarono dentro il buio più pesto. Teli neri erano stati apposti alle finestre. Infastiditi e oltraggiati li strapparono via.
Con prepotenza, la luce della Luna piena inondò l'ambiente. Apparvero segni insanguinati di trascinamento, un catino con della robaccia decomposta e un sistema di carrucole costruito su tutto il perimentro.
Massimo indicò in alto. Due persone, legate mani e piedi e tumefatte in volto, penzolavano impiccate al soffitto. Ciononostante sembravano ancora vive.
- Porca puttana! Dobbiamo portarli giù!
- Aspetta!
Dalla stanza adiacente si udivano rumori sommessi: stunf, stunf... stunf, stunf.
Perle ghiacciate di sudore scesero dalle loro tempie.
Aprirono la porta.
Su una specie di palchetto, un uomo era intento a prendere a pugni un sacco rosso.
Non potevano credere ai loro occhi, riconobbero il campione di pugilato Nanni Marisco, 195 cm per 101 kg di muscoli. Cosa diavolo ci stava facendo in quel posto?
Fucili spianati gli intimarono di fermarsi.
Un latrato disumano esplose d'improvviso alle loro spalle.
- Che cazzo avete fatto? Avete tolto i teli? - Chiese il pugile.
- Gli avete dato la forza per liberarsi! Idioti! - Continuò.
Lo smarrimento più assoluto s'impadroni dei volti e delle anime dei fratelli Di Donno.
Due lupi mostruosi varcarono la soglia. Gregorio non ebbe il tempo di rigirarsi e premere il grilletto, fu aggredito e dilaniato dalle bestie con animalesca ferocia. Massimo invece riuscì a sparare.
- Se non sono pallettoni d'argento puoi anche risparmiarteli! Di solito non mi alleno con questi cosi tutti insieme ma credo che stavolta dovrò proprio fare un'eccezione - detto ciò, Nanni, mimò un paio di mosse da boxeur quindi scese dalla pedana e si lanciò all'attacco.