C'è una storia che i ragazzini adorano raccontarsi, una leggenda metropolitana al gusto di mais.
Dicono che succeda veramente, che il mostro dei filari appaia e mieta vittime, basta aspettare il calar del sole, immergersi nel mare di granturco appartenuto ai Kent e recitare la filastrocca.
«Pannocchie e granturco, l'Uomo Nero brucia tutto. Non ha lineamenti ma solo un cappello, scappa via o ti friggerà il cervello.»
Certi ragazzini però hanno la paglia nelle orecchie...
La leggenda narra che negli anni cinquanta la famiglia Kent avesse lo spaventapasseri più orrendo del paese. Il loro raccolto restava intatto perché nessun uccello osava avvicinarsi.
Nessuno immaginava che dentro a quei vestiti logori vi fosse il primogenito (deboluccio per l'agricoltura, ma ottimo guardiano), neanche quei contadini invidiosi che un giorno decisero di incendiare il fantoccio.
Inutile dire che il poveretto morì carbonizzato.
Da quel momento si diffusero strano storie, ma non è così ch'è nata la leggenda.
Anni dopo, due ragazzini tornarono sul luogo dell'incidente. All'orizzonte il sole era rosso e pronto al sonno. Uno dei due sfidò l'altro a recitare la filastrocca dopodiché si nascose fra i filari.
«Pannocchie e granturco, l'Uomo Nero brucia tutto. Non ha lineamenti ma solo un cappello, scappa via o ti friggerà il cervello.»
Le foglie presero a bisbigliare e un gorgoglio profondo paralizzò l'evocatore. Dalla superficie dorata s'alzò una figura decomposta e fumante, uno spaventapasseri divorato dalle ustioni. Il capello di paglia ne copriva i lineamenti disciolti e appiccicati alla iuta. Orribile.
Il bambino nascosto fuggì via, l'altro...
Il cadavere venne ritrovato impalato. Qualcuno gli aveva riempito gli orifizi di paglia, i corvi avevano pensato al resto.
Ancora oggi alcuni contadini, ripensando all'avvenimento, scrollano le spalle e commentano: «Nessuno spaventapasseri sarà mai come quello dei Kent...»
E' così ch'è nata la leggenda.