“Ti avranno detto che il rush di adrenalina sarebbe stato meglio di qualsiasi cosa, persino di una scopata.”
Il sangue sotto alle sue unghie si andava seccando, diventando una massa scura e granulosa. Brandì il taglierino, lo passò velocemente lungo l’interno del mio polso. Non sussultai, mugolai appena, aprendo la bocca per ricevere la pasticca che mi mise sulla lingua. Deglutii, il gusto amaro mi scivolò per la gola, il peso di una perla troppo grande, la stanza iniziò a rimpicciolirsi davanti ai miei occhi. Deglutii più volte, volsi il viso a guardare il rivolo di sangue colarmi lungo le dita fino a terra. Era troppo brillante per essere vero.
“Ti avranno detto che potrai fare qualunque cosa.” Rise, mi prese il mento con due dita e mi costrinse a guardarlo negli occhi. Erano neri, iride e sclera, la sua bocca si deformava davanti a me mano a mano che le parole uscivano.
“Ti avranno detto che diventerai potente, mentre non sarai altro che l’ultimo degli arrivati, a combattere con una vita che non è la tua, contro un mito stupido e affascinante. Tutti lo vogliono, la sofferenza di vedere gli altri morire prima di te, tutti, anche quelli che odierai. La fame e la sete che sentirai, insaziabili.” Mi sollevò da quel letto come se fossi di pezza, leccando via il sangue dalle mie dita, incidendo ancora la pelle. Era molto più scuro, lo avvertivo gocciolare copioso sul pavimento. Aprii la bocca per gridare.
Lo sentii sulla lingua, ferro denso che mi colava sulle labbra. Il suo palmo a chiudermi la bocca, il suo sangue che mi soffocava mentre scendeva. Succhiai la ferita aperta perché non avrei saputo come altro salvarmi.
“Non è una salvezza.” Mormorò quando anche i miei occhi furono completamente neri, “Non lo sarà mai.”