Quando Leonard Lee, l’uomo più tatuato del mondo, entrò nel mio studio, lo accolsi con un sorriso ironico.
- Ehi, Leonard - ridacchiai. - Cosa sei venuto a tatuarti questa volta? Ormai non ci sta più niente su quella tua pellaccia.
Leonard barcollò fino a raggiungermi e si tolse il gilet dell’Harley Davidson. Sotto, la t-shirt era imbrattata di sangue rappreso. Si stese sul lettino a pancia in su e alzò la maglietta. Un miasma di organi putrefatti mi fece vacillare. Un conato di vomito mi colpì come un pugno in pieno volto quando vidi le sue interiora annerite e purulente.
- Ma che diavolo hai combinato? - strillai. - Chiamo subito un’ambulanza.
- Sono già morto - rispose. - Mi hanno accoltellato una settimana fa e sono rimasto nascosto nella mia roulotte. La senti la puzza di morte?
- M... morto? - balbettai.
- Un fottuto zombie - grugnì. - Ti è più chiaro?
In effetti l’aspetto di Leonard non era dei migliori: era pallido come un cencio e gli occhi infossati erano circondati da occhiaie violacee. Adesso capivo perché era venuto da me alla chiusura. Non voleva farsi vedere da nessuno.
- Quindi mi divorerai? - sibilai con orrore, ricordando quello che accadeva ai protagonisti di The Walking Dead.
- Non dire cazzate - abbaiò. – Solo nei film gli zombie mangiano gli uomini. Da quando sono morto non ho più fame, ne sete, ne voglia di scopare. Mi è rimasto un solo desiderio.
- Quale?
- Tatuarmi - rispose con un ghigno. – Voglio che mi tatui il marchio dell’Harley.
- Okay, Leonard - mormorai, con il labbro che aveva preso a tremare. - Dove te lo devo tatuare?
- Che domande! - esclamò. - Sul cuore. Aprimi la cassa toracica e tatuami il cuore.