I fiochi riflessi della formalina striavano il manto scuro del laboratorio.
«Papà, alzati! Andiamo fuori a giocare!» era Hector, dalla mensola.
''Adesso no piccolo, non posso sbagliare dosaggio!'' pensavo, per non parlare al nulla.
«Papà, ti prego, voglio uscire, FAMMI USCIRE!»: Dorothy, la primogenita, si lagnava insofferente.
Infusa nel seme che li generò incompleti, la mia coscienza gli faceva conoscere la realtà per come l’avevo vissuta, prima di relegarli nelle loro prigioni vitree.
«Bambini smettetela, ora papà ha da lavorare, BASTA!»... inutile rimproverare quei feti muti, la cui nenia mentale accompagnava il girotondo statico intorno a me, il loro mondo.