Mentre scrivo, lui inizia già a prendere forma. Il nostro uomo si chiama David, ha 32 anni e ama le motociclette... anzi no, che ne dite dei cani? I cani piacciono a tutti no? Il nostro David in fondo è ‘tutti’ e non fa eccezione, ed è per questo che si è preso un bel labrador color caramello di nome Betty! Ora che abbiamo i nostri due eroi cosa possiamo fargli fare? Possiamo farli vivere felici? No no, troppo banale. Proviamo con questa invece! David è un uomo single e felice, la sua vita si divide tra il lavoro e gli amici, non ha problemi, tutto va a gonfie vele fino a quando... beh, aspettate un attimo che mi viene... a sì! Fino a quando una notte torna a casa e trova la sua amata Betty sgozzata come una scrofa, che scalcia e con le sue ultime forze svuota la vescica su tutto il linoleum del salotto. A questo punto David è più confuso che spaventato, ‘perché a me?’ Questo i suoi occhi tersi mi domandano, ma io non posso ancora rispondergli: the show must go on, non è così che si dice? Così, mentre il nostro eroe scruta nel nulla, noi, pubblico, sentiamo qualcuno scendere dalle scale alle sue spalle. Non è un ladro, o almeno, non lo è in tutto il suo insieme. La cosa alle spalle di David è si alta come un uomo, ma cambia forma, muta in continuazione, le varianti che abbiamo di fronte agli occhi sono limitate solo dalla nostra immaginazione!
Ora ha la mia faccia ed il corpo da lupo mannaro, ora ha il vostro volto ed il corpo pieno di pustole e ferite infette! Se la cosa vi è di un qualche aiuto a comprendere la sua essenza, potremmo definirlo un muta-forma. Nel frattempo il povero David non sa più cosa fare, sa che una nuova pedina è entrata in gioco e sa che lo scacco è vicino, molto vicino, ma non si muove lo stesso. David rimane lì, con la cagna insanguinata tra le mani a piangere; non gli importa della presenza del muta-forma alle sue spalle, ignora pure il tanfo che corrompe l’aria intorno a lui e che fa marcire tutto ciò su cui posa lo sguardo. Tutti i suoi pensieri sono rivolti alla povera e cara...: “Smettila di dire stronzate! Smettila di farmi piangere e fammi uscire di qui!! Nono voglio morire! NON VOGLIO MORIRE! Che ti ho fatto me lo spieghi?! Io non ti ho fatto niente!! Lasciami andare ti prego!! Non puoi crearmi e poi farmi fare una fine del genere!!”... E così alla fine ti sei deciso a parlare? Beh, caro il mio David, certo che posso, ne ho uccisi a decine come te e non sono il solo! Noi scriviamo, noi dirigiamo la storia e NOI abbiamo concorsi da vincere! Perciò, dove eravamo rimasti? A sì. Il muta-forma senza indugiare ulteriormente prende tra le mani il cranio umido di David e con un schiocco secco lo frantuma, facendo mescolare le sue lacrime con le sue cervella. Fatto questo, tutto il mondo di cui siamo appena stati testimoni scompare in un bagliore biancastro formato A4, lasciandosi alle spalle solo il muta-forma che, sorridente e affamato, mi domanda: “Chi è il prossimo?”.