“Ci hai pensato? Le mie intenzioni sono serie...” Più che una domanda, una richiesta di pietà.
“Ci ho già pensato. Vorrei rimanessimo amici, ci terrei davvero molto. Ma è meglio te ne trovi un’altra, hai tutto il tempo...”
Sospirò, mentre distoglieva lo sguardo dal suo volto e fissava la campagna brillante sotto la luce irreale della luna piena. Non era la prima volta, ma non ci si sarebbe mai abituato. Finiva sempre così: una volta colmate di dolcezza, cominciavano ad accorgersi del suo aspetto sgraziato, le premure diventavano mielosi segni di debolezza e la voglia di un “uomo vero” faceva il resto. Alla prima ricorrenza da festeggiare, o, come quella sera d’estate, durante una cena romantica, la pugnalata era pronta...
Quello che, come nelle altre occasioni, non avrebbe mai accettato, era quell’offerta che puzzava sgradevolmente di opportunismo. Nel caso le cose vadano diversamente dal previsto, sempre meglio avere a disposizione un animo fidato e sensibile come scialuppa di salvataggio...
“Ma io ti amo! Non voglio, non merito la condanna ad un’“amicizia” falsa e meschina!” Avrebbe voluto urlarglielo in volto, ma preferì tenerlo nel suo cuore.
Senza una parola, voltò le spalle alle tenerezze del passato, ad un legame solo in lui vivo, a ciò che avrebbe potuto essere, e non era stato, ed al mucchio di ossa spolpate che, sino a pochi istanti prima, erano state una donna.
Si allontanò, leccandosi le dita. I sentimenti puri, meritano sempre rispetto. Uomo o licantropo che sia il loro possessore.