Copiosi rivoli di pioggia filtravano attraverso la tenda da campo mentre il
caporale Schmerz, seduto sulla branda, finiva di pulire la mitragliatrice
pesante assegnata al suo plotone.
Un urlo improvviso lo distrasse dalla sua attività. Appoggiò lo straccio, si
alzò e indossò l'elmetto, avvicinandosi all'ingresso della tenda. La
precipitazione era aumentata di intensità rispetto a pochi minuti prima.
Ancora un urlo, identico al primo. Senza attendere ancora il sottoufficiale
raccolse il fucile e si incamminò sotto la pioggia. Teneva il capo chino,
cercando un minimo di visibilità in mezzo a quegli scrosci furiosi. Voleva
raggiungere i due carri Tigre posizionati all'imbocco dell'accampamento,
circondato per tre quarti da una foresta quasi impenetrabile.
- “Maledette Ardenne” sibilò a mezza voce.
Raggiunto uno dei due mezzi corazzati si arrampicò sulla torretta, aprì la
botola del capocarro ed entrò. In quei brevi istanti un ulteriore urlo
dilaniò il rumore provocato dalla precipitazione.
Attraverso il sistema di puntamento cercò di inquadrare il gruppo di alberi
dal quale sembravano provenire quei versi: la pioggia ostacolava molto la
visuale, nonostante l'eccellente qualità delle ottiche che costituivano il
congegno.
Ancora un urlo, attutito questa volta dalla corazza del Tigre.
Gli occhi del caporale frugavano inquieti, alla ricerca della sorgente di
quei versi agghiaccianti
Improvvisamente una forma indefinita attraversò il suo campo visivo,
spostandosi tra due tronchi con sgraziati movimenti selvaggi.
Schmerz rimase qualche istante a riflettere, indeciso sul da farsi.
L'improvviso schianto di due alberi lo riportò a concentrarsi sul sistema di
puntamento. Ai suoi occhi si presentava ora un'insolita figura dalle
fattezze bestiali che, superati gli alberi sradicati, avanzava verso di lui.
L'osservatore faticava a capire che tipo di minaccia si doveva preparare a
fronteggiare.
L'enorme cranio grigio della creatura, solcato da spesse vene azzurre,
poggiava su un corpo sgraziato, dalle movenze ciondolanti. La pelle, coperta
da uno spesso manto di pelo nero, si tingeva dal grigio ad un rosso acceso
in prossimità dei piedi e delle mani.
Senza perdere altro tempo il caporale si avventò sui comandi di accensione
del carro. Dopo due tentativi falliti i motori lanciarono il loro rombo
attraverso le grate posteriori.
Schmerz tornò agilmente alla postazione del cannoniere, iniziando a
brandeggiare la torretta. Con una rapida occhiata controllò che il nastro
della mitragliatrice fosse inserito correttamente.
Un ulteriore grido precedette il rumore sordo provocato dal balzo della
creatura. Il caporale capì che ormai il suo nemico si trovava in cima alla
torretta: riusciva a sentire il rumore dei suoi spostamenti, anche se
attutito dall'acciaio che li separava.
Improvvisamente la botola sopra di lui venne scardinata, permettendo alla
pioggia di raggiungere l'interno del mezzo.
Schmerz si acquattò nell'angolo più lontano, estrasse la pistola ed esplose
un paio di colpi contro quella primordiale creatura, ormai penetrata quasi
completamente. Un paio di proiettili raggiunsero il bersaglio, ma non
impedirono all'aggressore di avventarsi contro di lui con una rapidità
selvaggia e soprannaturale.
Nei suoi ultimi attimi di lucidità il soldato riuscì a percepire le urla
secche del tenente, accompagnate dagli spari di alcuni fucili: forse i suoi
camerati sarebbero riusciti dove lui aveva fallito.