La sirena

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2012 - edizione 11

Tutto era ricoperto di piccole uova. Gelatinose, d’un azzurro cupo. E un punto nero più della notte, al loro interno, come l’occhio d’un rettile privo d’anima. La donna rideva e si dimenava, arrotolandosi su se stessa. Io cercavo di mandar via dalla mia testa quei frammenti d’orribile viltà che mi schiacciavano il capo fra le spalle, ma lei rideva, sibilante, e vomitava uova e bava mentre continuava a ridere. Strisciavo in quella stagnante putredine dall’odore di fango, ma tutto il mio corpo diveniva ad ogni sussulto un po’ più molle, un po’ più azzurro. I miei capelli diventavano alghe e nella mia bocca s’aggiungevano ai miei, altri denti ingialliti; le braccia si ricoprivano di squame e i miei piedi marcivano in una molle parvenza di pinne. Lei dalla pelle di lago mi guardava: dai suoi occhi colavano teste di pesce, e una poltiglia rosso vermiglio di vermi putrescenti. Rideva e schiumava, e mi si avvicinava scattosa con movimenti innaturali.

Cercavo di raggiungere il suo pugnale, ma le membrane nate tra le mie dita ormai mi rendevano impossibile ogni presa: slittavo sul suolo freddo lasciando scie nere e lei si faceva sempre più vicina, leccando quelle tracce ad ogni suo avanzare. Finché non mi raggiunse. E prese a masticarmi dai piedi fino alle ginocchia. Avara, non lasciava fiottare via neanche un goccio del mio sangue limaccioso. Spappolandomi quel che restava del bacino, riuscì a fagocitarmi fino alle costole. Masticato dentro la sua bocca, stavo ora metà dentro metà fuori, mentre la carne si apriva e lasciava uscire pezzi d’ossa. Tentavo di tenerle aperta la bocca, e lei riuscì a strapparmi via una mano, lasciandomi un moncherino appuntito al suo posto. E con quello, con quella lancia di calcio le trafissi il cranio, da parte a parte, da una branchia all’altra.

Helel Fiori

Nata nel 1983, scrive praticamente da sempre, pubblicando solo raramente i suoi testi. Ha all'attivo alcuni racconti lunghi, ma per lo più si diletta in brevi stralci, testimonianze di vite potenziali, e per questo scritti indistintamente da punti di vista maschili e femminili, giocando spesso sull'ambiguità. Per lei lo scrittore perfetto avrebbe l'orrore di King ma con lo stile di Calvino: un mostro. Vero. Parallelamente alla scrittura coltiva la sua altra passione: il teatro. Nel 2009 ha fatto parte di un gruppo di musica e teatro popolare in lingua italiana, in qualità di autrice ed attrice. Attualmente frequenta l'ultimo anno del corso di laurea in Scienze della Comunicazione.