Spinse con tutte le sue forze ed uscì scrollandosi di dosso la terra rimasta. Aveva fame. Con difficoltà iniziò ad incamminarsi verso le luci della città. Non era solo... nella nebbia figure sfocate lo circondavano seguendolo o precedendolo, emettendo lamenti distorti. Non ricordava nulla se non il camion che gli si era schiantato contro. Fu il riflesso sul vetro di un’auto parcheggiata a rivelargli l’atroce verità: il volto era privo di carne, vermi brulicavano intorno a ciò che rimaneva del suo naso, la mascella appesa rovesciava fuori piccoli insetti. Con orrore capì. Riprese a camminare. Aveva fame di carne umana.