La conobbi il giorno della celebrazione, qualche ora prima dell’avvio della
cerimonia.
Ero lì per compiacere un amico in comune, restai lì per sempre con la mia
ossessione.
Quando la vidi, tutto di lei mi piacque e, credetemi, fu un piacere
estetico, razionale per nulla metafisico.
Amai da subito la sua fronte alta, il naso adunco, il pallore innaturale e
per me così eccitante delle sue gote.
Trovai sensuale l’altezzoso silenzio con il quale ella accolse tutti i
convenuti e raggiunsi l’estasi quando sfiorai le sue mani, bianche, freddi,
eteree. Così sublimemènte prive di vita.