Apro il cancello della tomba di famiglia. Il freddo dell’interno mi toglie
il fiato, strizzo gli occhi per abituarmi al buio. Eccoli lì, i fiori, di
nuovo buttati per terra, come ieri. La lapide spoglia mi fissa con
rimprovero. Chi può essere stato? All’improvviso avverto un colpo. E un
altro. Accosto l’orecchio al fornetto. Il rumore arriva dall’interno. Forte
e secco, schianto di legno contro marmo. La bara si agita, sbatte contro la
lapide. Ora capisco. Un nuovo urto e una crepa si apre, filo nero e sottile.
Mi girò e fuggo, ma il cancello si è chiuso.