Prigionieri. Distesi nudi sul pavimento di una sala dalle pareti irregolari
e umide.
La schiera di demoni ci intimò di raggiungere una grande vasca circolare. Al
suo interno un enorme braccio meccanico smembrava e caricava resti di corpi
umani, cigolando e sbuffando vapore fetido.
Ci spinsero dentro. Un groviglio di tubi serpeggiava intorno a pozze di
liquido scuro.
Il primo fu mio padre. Il braccio scese rapido su di lui, riducendolo a una massa informe di muscoli e ossa. Spruzzi di sangue caldo mi schizzarono il viso. Chiusi gli occhi e, urlando, maledii un mondo che non ci apparteneva più.