Nero riflesso

Racconto per il concorso "Premio Scheletri", 2012 - edizione 4

Angelica era pienamente consapevole di non potersi fermare! La paura le raggelava il sangue, gli occhi umidi le oscuravano la vista, il cuore ormai sembrava non facesse più parte di lei per quanto forte riusciva a battere e le forze la stavano abbandonando; ma doveva continuare a correre, doveva essere più veloce, non poteva permettersi di essere raggiunta... Doveva crederci e ce la stava facendo, sì, l’ombra dietro di lei rallentava, si allontanava, l’immagine si faceva sempre più piccola il buio era sempre più tenebroso ma ad un tratto un pugno di luce l’avvolse col suo tepore... era sveglia finalmente!

 

Erano mesi ormai che l’unico conforto alle sue giornate le veniva donato dai raggi di sole che illuminavo il mondo al mattino... la notte era angoscia, oscurità e confusione... era come se ad ogni sonno il suo respiro diventasse sempre più stanco, affannoso e tormentato...

 

La sua mente si rifiutava di rivelare dettagli netti, i ricordi mostravano solo dolore, inquietudine ed un’urgenza di fuggire chissà dove, senza svelare quale fosse la causa di questa sofferenza e chi fosse il cattivo da cui mettersi in salvo! Già, scappare... sapeva di non poterlo fare troppo a lungo perché le regole del mondo non sottostavano al suo arbitrio ed al più tardi dodici ore dopo si sarebbe ritrovata lì: tra la voglia di smascherare il suo orco notturno e la paura che quest’ultimo avrebbe avuto la meglio... ma anche in questo caso non poté decidere per se stessa... La stanchezza delle membra e dell’anima decisero al suo posto ed ancora una volta l’oscurità si prese gioco di lei! Sempre più affaticata, sempre più sola e scoraggiata si ritrovava di nuovo a correre; finché si rese conto che era solo un’illusione, in realtà il suo corpo non le ubbidiva più... i comandi della ragione non si trasformavano in azioni e l’ombra fu su di lei in un frammento di tempo.

Giaceva lì distrutta e disperata aspettando inerme che il suo destino venisse compiuto... fu solo allora che l’oscurità svelò le sue sembianze... con stupore ed incredulità dietro il palmo di una mano tesa, ritrovò i suoi occhi che la supplicavano di non arrendersi alle tenebre e di continuare a lottare... il senso di inadeguatezza del suo vivere conduceva alla morte, Angelica era ancora una splendida e giovane vita. Era... il suo destino infatti si concluse nell’istante in cui i suoi arti superiori strinsero con forza il collo di quell’esile suo riflesso.

 

Fu allora che entrambi caddero a terra, l’uno accanto all’altra... ormai aveva deciso... non c’era più posto per loro nel mondo.

Alessia Melotti