“Dormi piccino, dormi.”
“Ma mamma... se l’Orco del Buio arriva, che faccio?”
“Oh caro... immagina che l’Orco non esista, oppure immagina semplicemente che
l’Orco non sia un orco famelico, dalle lunghe zanne e dalle braccia pelose,
bensì sia la mamma, solo la tua cara, bella mammina venuta ad abbracciarti
nel cuore della notte”.
“Allora l’Orco sparisce?”
“Certo piccino... sparisce, evapora come un brutto sogno che si dissolve
all’arrivo dell’alba.”
“Ve bene mammina.”
“Ora dormi piccolo.”
“Sì... ma se l’Orco poi non sparisce veramente e invece mi trascina fuori dal
letto?”
“Oh caro... allora non farci caso. E’ la mamma che ti porta nel suo lettone.”
“Mmm... va bene.”
“Ora dormi.”
“Ma mamma, cos’è questo odore?”
“Quale odore piccino?”
“Puzza, puzza di sudore e di marcio.”
“Sciocchino. Sarà che la mamma deve ancora lavarsi.”
“Dai mamma, non stringermi troppo, ho caldo... mamma... ma perché mi abbracci
così... mamma!”
“Ti porto con me piccino.”
“Con te? Dove?”
“Con me.”
“Mamma... ma la tua camera da letto è dall’altra parte!”
“Non ti preoccupare, te lo detto, immagina solo che io sia la mamma... e
basta!”
“Mamma! Ma tu sei... tu sei... oddio! Aiuto!”
“Già piccolo, sono proprio io... continua ad immaginare, continua...”.