«Qualcuno mi può spiegare cosa sta succedendo qui dentro?», domandò il preside infuriato, «Cosa significa questa scritta: “Uno
30 minuti prima.
«Buongiorno bambini», esordì Teresa, il consueto sorriso
stampato sul volto, «avete fatto i compiti?».
«Sì, signora maestra», risposero all’unisono i quindici alunni.
«Molto bene», annuì lei soddisfatta, «li voglio correggere subito».
In un battibaleno una montagna di quaderni si riversò sulla cattedra della
giovane donna, Teresa ne prese uno, lesse ad alta voce il nome del
proprietario, poi iniziò a sfogliarne le pagine. «Giacomo», urlò dopo
qualche secondo, incenerendo con lo sguardo un biondino in fondo all’aula,
«cosa è questo, uno scherzo?». Teresa strappò uno dei fogli che stava
leggendo: una pagina interamente ricoperta da un’unica parola ripetuta
centinaia di volte. «ZUMA».
«Io non ho scritto quelle cose», provò a difendersi Giacomo, «lo giuro!».
«Niente scuse», sbuffò la maestra, «portami il diario».
Mentre Giacomo protestava continuando invano a professare la sua innocenza, Teresa prese dalla scrivania un altro quaderno. Non appena lo ebbe aperto un fuoco iniziò a bruciarle dentro, «Non è divertente», gridò rivolta ad una bambina seduta nel primo banco, «vi siete messi tutti d’accordo?!», sbottò indispettita, «Portami il diario!». Teresa cominciò ad aprire anche gli altri quaderni: su tutti quanti c’era la stessa identica pagina con la medesima parola – ZUMA - ripetuta su tutto il foglio. La giovane maestra si mise a sbraitare, infuriata, minacciando a destra e a manca, ma nessuno sembrava più ascoltarla. Tutti i bambini se ne stavano seduti, zitti e immobili, con gli occhi chiusi e le mani giunte. Sulla lavagna apparve una scritta: “300 parole e nulla più”. Teresa cadde a terra priva di sensi. I bambini ricominciarono a parlare e ad ogni parola pronunciata il numero sulla lavagna diminuiva inesorabilmente. Poi all’improvviso la porta si aprì e calò il silenzio.
Mi chiamo Luca Bossini, sono un analista programmatore, ho 34 anni e vivo a Lumezzane, un paese in provincia di Brescia. Fin da piccolo mi sono dedicato allo studio della musica classica/contemporanea e alla composizione, suono: chitarra, violino, viola, arpa celtica. Nel 2005 a Latina, durante la prima edizione del premio internazionale di musica per cinema G. Petrassi, una mia composizione: Ninna nanna per Beslan è stata premiata dal maestro Ennio Morricone. Ho esordito come scrittore nel 2011 pubblicando alcuni racconti sulla rivista di narrativa: Inchiostro (il Riccio Editore).