Buio. Ricordo soprattutto il buio. Un buio talmente fitto da aderire umidamente alla pelle. Un buio talmente spesso da scivolare giù per i
polmoni, da riempire ogni fessura, da attutire i suoni. Un buio talmente
corposo da riempire lo spazio.
Sono sdraiato, nel mio letto, nel buio. Respiro piano, circondato dal
silenzio. Cerco di ricordare. Ricordo solo il buio.
Un sogno, devo aver fatto un sogno. Un sogno senza immagini, senza suoni,
senza forme.
Una strana fitta mi attanaglia il petto. Irrequieto mi guardo attorno.
Insicuro. Il sogno mi è scivolato tra le dita, liquido.
Più mi concentro, più il sogno si fa impalpabile, più mi accorgo che
l'immagine sfocata che cerco di ricostruire è composta soltanto di buio.
Una brezza s'insinua dalla finestra mal chiusa. La tenda, lenta e goffa, si
muove di un poco, si sposta: s'intravede la luna, rossastra.
Un raggio argentato fende a fatica l'oscurità, si fa largo fin nella mia
camera. Un'ombra, una macchia, si delinea sulla mia coperta. Una macchia
scura.
Una goccia: qualcosa mi cola sulla spalla. Vi porto d'istinto una mano, ma
una fitta di dolore mi ferma. Sono ferito. Sento la pelle slabbrata sul lato
del collo, sento l'umida carne scoperta.
Il dolore è fioco, come giungesse da molto lontano. Resto calmo, attonito,
mentre il panico si prepara a dilagare nel mio ventre.
La brezza è finita e l'oscurità ritorna. Porto le mie dita davanti al volto,
macchie scure nel buio. Il sangue, freddo e viscoso, le rende appiccicose:
ne sento una goccia scorrere tra le mie dita.
Il buio. Ricordo solamente il buio, che mi avvolge, che mi abbraccia, che mi
stringe. Porto lentamente le dita alla bocca, tremanti. Una goccia sfiora le
mie labbra, una goccia nera, una goccia di buio.
È squisita.
Nato il 07/10/1986, diplomato al Liceo Classico G.F. Porporato di Pinerolo, Dottore in Lettere presso l'Università degli studi di Torino e in procinto di finire la Laurea Specialistica in Culture Moderne Comparate nella stessa, comprendente un anno di Erasmus all'Université Paris 7 Denis Diderot. E' appena tornato nel Bel Paese dopo aver vissuto due anni a Parigi. Fin da piccolissimo ha sempre amato inventare storie e trovare il modo di raccontarle. Dal disegno al teatro, dal gdr al racconto orale passando, e restando, sulla Scrittura. Ha scritto un romanzo di Fantascienza al momento inedito, riempie quaderni di poesie macabre ed ha bisogno di battere le dita sulla tastiera per riuscire a pensare.