Il medium era in
trance, indifferente al fracasso che sconvolgeva la cucina. I piatti riposti
nei pensili vibravano follemente, e i coltelli infilati nella coltelliera di
legno appesa alla parete sembrava volessero volar via da un momento
all’altro. Seduti al tavolo col medium, a formare una catena, Giulio e Marta
si scambiavano sguardi terrorizzati.
<Paolo si sveglierà...> disse Marta.
Tutto era cominciato tre mesi prima, quando fu completata la
ristrutturazione del’ex casa colonica, e ci vennero ad abitare con Paolo, il
loro bambino. Dopo, avevano saputo che in passato c’erano state dicerie di
spaventose apparizioni nel vecchio rudere abbandonato, perciò avevano
chiesto aiuto al medium. Prima di iniziare la seduta spiritica avevano messo
a letto Paolo, ma ora temevano che il baccano lo svegliasse.
D’un tratto, con una stridula voce infantile simile a un rumore di cristallo
rotto, il medium disse: <Fratello mio, torna con me>. Era una voce che
metteva i brividi.
<Vostro figlio è il fratello reincarnato dello spirito che vi tormenta.
Abitavano qui. Morirono annegati nel fiume che attraversa il podere,> disse
poi il medium con la sua voce naturale.
In quel momento Paolo entrò nella cucina. <Mamma, ho paura...> piagnucolò
avvicinandosi a Marta.
<Tra poco veniamo da te, tesoro, ma ora torna in camera,> disse Giulio.
<Paolo...> la stridula voce parlò ancora attraverso il medium. <Torna con
me.>
Un affilato coltello da cucina si staccò dalla coltelliera, e come spinto da
una mostruosa mano invisibile trapassò il collo di Paolo. Il bambino, senza
un gemito, cadde sul pavimento in una pozza di sangue. Un grido orribile
uscì dalla gola di Marta, che interruppe la catena, si alzò dal tavolo e si
gettò sul corpo di suo figlio stringendolo disperatamente a sé.
<Paolo, fratello mio,> disse attraverso il medium la voce di cristallo
rotto. <Torna con me.>