Sorridi senza rendertene conto. Lo schiaffo della mamma è olio bollente
sulla pelle.
«Il riso abbonda sulla bocca degli stolti!», grida spaventata, e picchia a
ogni parola. Lo fa sempre.
Allora smetti, simuli il broncio. Intanto, la televisione continua a
discutere di morti, di incidenti e di persone insanguinate che vanno
all’ospedale.
Devi morderti l’interno delle guance o non riesci a stare serio.
Raccoglievate le ciliegie, quelle buone erano in alto. Te l’avevano detto
di stare attento.
Ti sei rotto la testa.
Mamma e papà hanno gridato, ti hanno preso tra le mani. E tu che sorridevi!
Quanto ridevano, loro, quanti baci ti hanno dato.
Eravate felici.
Tanto lo sai che non si muore, che è una bugia per farti stare buono, ma la mamma non deve scoprirti. Potrebbe arrabbiarsi, correrti incontro per gridarti stolto, e tu devi fare il bravo perché aspetta un fratellino.
Allora, ti sei buttato sotto un treno. Scricchiolavi e vedevi il mondo
all’incontrario, però ti sei rialzato subito e hai sorriso. Ma non la mamma,
no. Lei ha iniziato a piangere, l’espressione strana. Tremava.
Quando sei guarito, hai provato anche con le macchine. Niente, non le
piacevi più.
La notte sogni il suo bel viso che sbarra gli occhi e comincia a urlarti
brutte cose.
Ora, appoggiato al davanzale, guardi in basso. Non riesci proprio a
smettere di ridere.
Papà l’aveva detto di stare attenti a sporgersi. Non è colpa tua, no, è
stato un incidente come quelli alla tv.
La pancia di lei si è sgonfiata. Un animaletto è scivolato fuori dai
pantaloni laceri, piange da ore nel liquido coagulato che le ricopre il
bassoventre e con un rumore pastoso sembra volersi alzare in piedi. Non
importa, andrà tutto a posto.
Tanto, tra poco mamma si rialza. Sorriderà.
E sarete felici, come una volta.