Ho orrendamente snaturato il mio aspetto, volevo tenere alla larga le persone incutendo ripugnanza. Una notte però, un ragazzo mi ha provocato.
Gli ho fracassato il cranio contro il marciapiede.
Ora in cella d’isolamento, mi corroboro nelle orge sanguinarie, dannatamente voluttuose, di antichi demoni. Uno di loro mi ha accusato di avergli usurpato l’identità. Compiacendosi della mia vana lotta, mi ha strappato le corna sottocutanee, estirpato i denti limati e mozzato la lingua biforcuta. Ma quando ha voluto prendermi gli occhi, non mi sono opposto: non m’importa vedere questo mondo, ora che ho ritrovato la mia famiglia.