Lo sentii d’un tratto, una notte. Ero lì, nella mia stanza, al buio. Nella
mia perpetua solitudine, cercavo di prender sonno. E lo sentii.
Ne sento molti di strani rumori e suoni durante la notte, tutti ne sentiamo.
Tutti ne abbiamo paura.
Gli inspiegabili scricchiolii dei mobili, il secco, improvviso, inaspettato
rumore della libreria che si assesta, lì nella camera affianco, dove non
possiamo vedere se sia stato davvero il peso dei libri, o, come credevi da
bambino, i minuscoli omini che ora escon pian piano dai loro diurni
nascondigli e girano indisturbati per casa, mentre dormiamo.
I lievi colpi alla finestra, come se qualcuno vi si fosse appoggiato per
osservarci meglio dall’esterno, mentre tu ti irrigidisci e rimani immobile,
come se ciò servisse a renderti invisibile, senza nemmeno il coraggio di
alzare la testa e aprire gli occhi, e scoprire che è solo il vento, ne di
tirarti addosso le lenzuola e nasconderti, perché in realtà qualcosa ti dice
che il vento c’entra poco.
O i cigolii del letto, nonostante tu non ti sia mosso, e ti chiedi se magari
qualche movimento l’hai fatto ed è solo che non riesci a ricordartene
perché sei impaurito, o se davvero qualcosa si è intrufolato nel tuo letto,
e sta strisciando lentamente dal fondo e ti aspetti che ti sfiori i piedi da
un momento all’altro.
In ogni caso, c’è sempre una spiegazione, a cui non riusciamo mai a credere,
perché la realtà è che ci piace farci suggestionare, credere sempre al
peggio, sentire la Paura, quel brivido nello stomaco.
Ma quella notte non c’era suggestione. Non era il vento, ne sono sicuro. Lo
sentii davvero. E lo so per certo, non era il mio.
Lì, nella mia stanza, al buio...
Di chi era quel respiro?
Nato a Roma il 18/10/1991, ma da sempre residente al sud. Meglio conosciuto come Maxima Fobia, fra le sue passioni ci sono il Disegno, la Letteratura, con un particolare interesse per Edgar Allan Poe, ed in primis il Cinema.