Ai suoi nuovi
amici non bastava più evocare un demone per volta. Quando li incontrò erano
solo quattro adesso superavano le venti unità. Chiunque partecipasse ai loro
banchetti si tramutava in un essere terribile. La muscolatura si sviluppava
abnormemente, l'altezza aumentava, la pelle cominciava a scurirsi assumendo
un colore vermiglio, rosso come il fuoco e l'incessante brama famelica,
sfigurandone il volto, non li avrebbe più abbandonati. Tutto ciò a lui non
era concesso, doveva solamente evocare più "cibo" possibile. Eseguiva gli
ordini, non poteva fare altro.
Li aveva visti all'opera tante volte. Comparso il demonio di turno e armati
di ogni sorta di lama, gli saltavano addosso e lo facevano a pezzi. Con un
particolare procedimento ne arrostivano le carni divorandole poi avidamente.
Di tanto in tanto s'invitava un adepto ad assaggiare l'insolita pietanza: il
numero degli esseri dalla pelle rossa aumentava sempre più. Era tempo di
farla finita.
Aveva dedicato tutta la vita alla magia nera e forse conosceva il modo per fermarli. Volevano più diavoli da mangiare? Sapeva cosa fare. S'impegnò come non mai per richiamare Artaxot il Demonio. Quando la porta dimensionale si aprì e spuntarono fuori una testa e due braccia mastodontiche i rossi avvertirono subito il pericolo. L'orda si lanciò verso la bestia ricacciandola nel luogo da cui era venuta. Artaxot però, prima di sparire, ruggì sputando un miasma verdastro che colpì tutti gli astanti spingendoli via. Si rialzarono poco dopo incolumi mentre la nebbia nauseabonda andava diradandosi. Dannazione. Non era riuscito a liberarsene. C'era però qualcosa di strano. Si sentiva strano. Aveva su di sé gli occhi di tutti. Si guardò anche lui. La nuvola verde gli aveva regalato due zoccoli e una coda, si toccò anche un paio di corna. Vide le lame scintillare minacciose e pensò: nulla si può contro i mangiadiavoli.