Il signor
Visconti si era raccomandato con Magda, la donna delle pulizie.
Non pulisca il mio studio, aveva detto, ci sono cose molto
delicate e preferirei che lei non entrasse.
Lei, naturalmente, aveva disobbedito.
La prima volta entrò solo per sbirciare e vi trovò uno studio come tanti
altri: una grossa scrivania di legno lucido, due comode poltrone, una
libreria stracolma di volumi, ma fu lo strano quadro appeso al muro ad
attirare la sua attenzione.
Era un dipinto in una cornice a giorno raffigurante il mezzo busto di un
uomo con la bocca spalancata. Teneva le mani tese in avanti, come se le
premesse contro il vetro. Sembrava stesse urlando.
Curioso quadro, pensò e un brivido le corse lungo la schiena.
Sotto il quadro c'era un'etichetta che riportava un nome: Axiokersos.
Ne prese mentalmente nota e si costrinse ad allontanarsi per finire le
pulizie.
La sera, non riuscendo a levarsi dalla testa l'uomo nel quadro, controllò su
internet se Axiokersos aveva qualche significato.
Dopo un paio di tentativi errati di scrittura del nome, trovò alcuni
riscontri in un sito pieno di immagini cruente. Quando lesse le frasi
pozzo senza fondo e esercito di morti e fine del mondo, spense il
computer e andò a letto. Le storie del terrore non erano di suo gradimento.
Si promise di non entrare mai più nello studio del signor Visconti.
Il giorno seguente venne meno alla sua promessa ed entrò di nuovo. Le
metteva paura, quel quadro, ma ci aveva pensato tutta la notte.
Si avvicinò cauta per osservarlo più da vicino e uno strano calore la
avvolse, come le carezze intime di un amante appassionato. Si sentì
improvvisamente eccitata e capì che lo doveva toccare.
Lo tolse dal muro e la sensazione di poco prima si trasformò in un
meraviglioso orgasmo. La donna trasalì gemendo e il quadro le scivolò dalle
mani, frantumandosi sul pavimento.
Oddio, sono morta. Aveva combinato un casino. Il dipinto giaceva
capovolto in una moltitudine di frammenti di vetro.
Devo sostituire la cornice prima che il signor Visconti ritorni. Si
chinò per sollevare il dipinto e una smorfia di orrore apparve sul suo viso.
Il dipinto era vuoto. L'uomo era scomparso.
Sconvolta, si lasciò cadere sulla sedia della scrivania. La sua mente
cercava di comprendere quello che era appena successo, quando sentì un gran
caos fuori in strada: un forte rombo seguito da urla e schianti. Il
pavimento iniziò a tremare sotto i suoi piedi. Si affacciò alla finestra e
quello che vide le mozzò il fiato in gola: una profonda voragine si stava
aprendo nel centro della strada. Appena le creature iniziarono ad uscire
dalla fossa, nella sua testa sentì chiaramente pronunciare la parola 'grazie'.
Quando perse i sensi, il dipinto vuoto le scivolò dalle mani e, ondeggiando
come una foglia morta, si posò sul pavimento.