Osserva la
nebbia, che tutto tinge di bianco! Osserva l'oscurità, che tutto tinge di
nero! Le lampade a gas ti sono amiche e tentano di illuminare il terreno
davanti ai tuoi passi, il vicolo alle tue spalle, i volti dei passanti, gli
angoli dove potrei nascondermi. Ma quelle lampade possono ben poco contro
l'effetto benefico del Tamigi e della notte, che vanificano lo sforzo dei
tuoi occhi.
Un rumore ti fa sussultare; ma rilassati, amica mia, non è che un gatto
nell'immondizia. Un gatto nero - credi che ti porterà sfortuna? No, non sarà
il gatto a portarti sfortuna, ma il freddo oggetto metallico che nascondo
nel mio impermeabile.
Ascoltate tutti il mio monito: mai voltare le spalle ad uno squartatore!
Mostri il tuo corpo ai passanti. Per quante sterline essi potranno usufruire
della tua facile bellezza? Oh, dimenticavo amica mia, essi non potranno
farlo. Procedono come vermi nell'oscurità nebbiosa di Londra e tutti loro,
tutti - dal più immorale lavoratore dei docks al benpensante che non
dovrebbe più aggirarsi a quest'ora della notte - tutti voltano le loro
pupille per guardare la forma dei tuoi seni, le tue cosce scoperte. Io li
osservo con una punta di compassione e una buona dose di disprezzo. Essi non
capiscono, amica mia, essi non potranno mai capire cosa sia la vera
bellezza.
Amo aggirarmi nel buio. Sorrido mentre striscio attraverso le ombre sul muro
– e tu non mi sentirai affatto, finché non lo vorrò io. Attaccherò quando
meno te lo aspetti. L'avevo detto: mai voltare le spalle ad uno squartatore!
Presto la paura farà tremare il tuo corpo. La notte avanza e i vermi che
voltano le pupille si fanno sempre più rari, infine spariscono del tutto da
queste vie sempre più fredde e umide. Ora siamo soli, tu e io, ma non sai
ancora che da ore ti sono accanto. Il buio e gli angoli possono giocare
brutti scherzi agli occhi e alla mente.
Ti chiamo e ti sorrido. Certo di sembrare rassicurante, ma è chiaro che non
ci riesco. Ti spaventi e la tua mente corre alle recenti pagine della
cronaca, te lo leggo in volto. Ma potrei ancora essere un cliente, uno di
quelli che non sanno come si crea la bellezza... potrei, sì, ma solo fino a
quando non vedi il luccichio del freddo metallo che esce dal mio
impermeabile. Mi riconosci, ora? Ti dò un aiuto: sono famoso ma nessuno mi
vede, sono scaltro e senza vergogna, sono notturno e senza nome; senza nome,
eccetto "Lo Squartatore" o, se preferisci, "Jack il Coltello"!
Lo squallore dei tuoi pallidi seni pieni e delle tue cosce esperte, amica
mia, sta per tramutarsi in bellezza. Mi dispiace molto che questo
procedimento distruggerà la tua vita, ma nessuno può essere bello e vivo
contemporaneamente. Che tu ci creda o no, questo è il mio modo di farti un
favore. E nulla al mondo potrebbe unirci così profondamente come fa ora il
tuo sangue, che schizza dalle tue interiora per lanciarsi verso le mie
labbra, rinfrescante e sensuale!
Prima di andarmene osservo i tuoi seni rossi e le tue viscere che
fuoriescono dal tuo ventre come fossero cosa viva, il tuo sangue che
impregna il marciapiede, il rigolo rosso ondulato che fuggendo dalle tue
labbra sottili attraversa la tua candida guancia. Ah, la bellezza!
Me ne vado pregustando gli articoli di cronaca che domani mattina leggerò
sul giornale. E battendo con rabbia il pugno su di esso, decreterò a gran
voce in un bar assieme a frotte di benpensanti: "Lo squartatore dev'essere
giustiziato!".
Ah, se sapessero chi è Jack, allora capirebbero che un assassino può
nascondersi perfino nelle mura delle loro case! Ma forse sarà ancora più
inquietante lasciare che questo mistero rimanga tale, perfino per la Storia.